Incidente a Montichiari, indagini sulla pistola trovata dopo lo schianto
È sua la Beretta pronta a sparare trovata tra i rottami della sua moto? Dove stava andando a quella velocità? Alle domande, il 45enne motociclista che nel tardo pomeriggio di domenica si è schiantato con la sua Yamaha R6 lungo la Sp 37 tra Montichiari e Ghedi, potrà rispondere nelle prossime ore.
L’uomo ricoverato in eliambulanza al Civile in condizioni davvero critiche, nella mattinata di ieri è stato dichiarato fuori pericolo. Resta in terapia intensiva e vi resterà ancora per qualche tempo. Presto però sarà nelle condizioni di rispondere agli agenti della Polizia Locale di Montichiari, coordinati dal comandate Cristian Leali e al pubblico ministero che sta coordinando il loro lavoro la dottoressa Caty Bressanelli.
Se la dinamica dell’incidente è sufficientemente chiara - considerato che l’uomo stava sorpassando un’auto che si accingeva a svoltare a sinistra, non è riuscito a frenare in tempo ed è finito nella portiera del conducente - la paternità dell’arma e le ragioni del suo porto sono oggetto delle investigazioni degli inquirenti e al centro del fascicolo aperto in procura per porto abusivo d’arma.
Precedenti
Il 45enne centauro, di casa a Mazzano e formalmente nullafacente, ha alcuni precedenti per droga, ma anche per reati contro la persona e contro il patrimonio:in particolare furti e minacce. La Beretta, trovata dai soccorritori non distante dai resti della potente motocicletta guidata dall’uomo, è un’arma clandestina e aveva il colpo in canna. Avrebbe potuto colpire da un momento all’altro. Ma chi? E soprattutto, perché? Chi la portava si sentiva braccato? Era in pericolo? O il pericolo lo stava trasportando con uno scopo ben preciso?
Gli investigatori stanno cercando di capire tutto questo, e soprattutto di dare un perché alla fretta, e quindi alla velocità, con la quale il 45enne è andato a schiantarsi contro la Peugeot 2008 che lo procedeva e che svoltando a sinistra gli ha di fatto e involontariamente tagliato la strada.
Per capirne di più la pistola sarà oggetto di tutti gli approfondimenti tecnici del caso, a partire da una consulenza dattiloscopica, per verificare l’eventuale presenza di impronte digitali, e una balistica in grado di stabilire se ha già sparato, quando l’ha fatto, dove l’ha fatto e da chi, quando l’ha fatto, era impugnata.
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