In piazza le foto del dottor Milesi sono «La cura in uno sguardo»
Occhi stanchi per la fatica di notti insonni, sguardi appesantiti dal dolore di vite spezzate, volti impotenti contro un virus difficile da domare. Sabato dalle 15 alle 21 e domenica dalle 9 alle 21 a Orzinuovi, sotto i portici di piazza Vittorio Emanuele, si potrà riflettere davanti alle fotografie della mostra «La cura in uno sguardo»: 16 pannelli con scatti di Giuseppe Milesi, cardiologo degli Spedali civili di Brescia, che durante la prima ondata della pandemia ha immortalato il viso di molti colleghi medici e infermieri impegnati nella lotta al Covid -19.
In parallelo all’esposizione sabato alle 20.30 sul sagrato della parrocchiale si terrà un concerto pianistico in memoria delle vittime della pandemia, tenuto dal maestro Paolo Sarubbi. Gli sguardi ritratti da Milesi immortalano un periodo complesso della nostra storia e raccontano la paura, la sofferenza, ma anche la dedizione e il coraggio con cui gli operatori sanitari bresciani hanno affrontato questa battaglia. I protagonisti sono quelli che in molti hanno definito «eroi».
La mostra è un omaggio a una categoria che si è distinta in modo egregio nell’assistenza al prossimo, combattendo contro un nemico invisibile e rischiando la propria vita per salvare quella degli altri. Immagini di grande intensità quelle di Milesi, che servono a non dimenticare. Doverosa testimonianza di un periodo buio, ma anche di grande umanità e solidarietà, che ha visto il Civile in prima linea nella lotta al virus.
«Quello previsto nel fine settimana - riferisce l’assessore Carlo Lombardi - vuole essere un omaggio alle vittime del Covid, che ha colpito con particolare forza Orzinuovi, e il ricordo di un momento particolarmente triste e difficile per l’Italia tutta e ancor più per quest’area, la più colpita dal virus in Europa. Intendiamo in questo modo anche ringraziare tutti coloro che si sono profusi senza sosta nell’assistenza e nella cura dei pazienti, una cura che poteva trasmettere umanità solo con lo sguardo». La mostra viene allestita per la prima volta all’aperto, dopo l’anteprima al Civile.
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