Impianto rifiuti a Carpenedolo, esposto all'Anac: «Si verifichi la procedura»
È stato presentato un esposto all’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) per chiedere «di verificare la correttezza del procedimento di affidamento» del progetto del nuovo impianto di rifiuti di Carpenedolo, finanziato dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).
A firmarlo è l'associazione Comitato Impatto Zero, che contesta soprattutto i tempi e le modalità dell'assegnazione dell'incarico alla ditta da parte dell’Amministrazione comunale guidata da Stefano Tramonti, il sindaco eletto con Forza Italia e finito recentemente sotto i riflettori nazionali per la scelta di trasferirsi a Dubai. L’impianto che sorgerà a Carpenedolo tratterà tutti i rifiuti differenziati raccolti nei 36 Comuni coinvolti della Valsabbia e della Bassa Bresciana e avrà una linea dedicata all’organico in grado di produrre compost di qualità e biogas. Dal Pnrr ha ricevuto 29 milioni e 581mila euro, cui sono stati aggiunti altri 3 milioni di euro dalle casse comunali per la parte progettuale.
Le tempistiche
Secondo quanto denuncia il comitato, il Comune di Carpendolo avrebbe assegnato l'incarico soltanto due giorni prima della scadenza della consegna del progetto: «La determinazione del responsabile dell'area tecnica del Comune di Carpenedolo n° 598 in data 14/11/2023 di affidamento dell'incarico del progetto dell'impianto de quo - si legge nell'esposto - fissa alla società destinataria dell’incarico un termine per la consegna degli elaborati di progetto al 16/11/2023, ovvero appena 2 giorni dopo l'adozione della determina». Di conseguenza, si argomenta nel testo, «pare evidente che in questo lasso di tempo non possa essere stato svolto un incarico avente ad oggetto un’opera di alta complessità quale quella in oggetto, a meno che le attività progettuali siano in realtà state avviate prima, in assenza di incarico, e in violazione di ogni principio di sana e corretta amministrazione, specie in relazione ad una progettualità oggetto di Pnrr».Il costo
Come viene ricapitolato nell'esposto, la procedura di assegnazione di progetti legati al Pnrr prevede che le amministrazioni nominino un responsabile del procedimento, che deve seguire e vigilare le varie fasi di progettazione. Questa figura, una volta nominata, può procedere all'affidamento diretto dell'opera secondo quanto stabilito dal codice appalti (decreto legislativo 50/2016) se l'incarico è sotto la soglia dei 140mila euro. Secondo il comitato firmatario dell'esposto, tra gli elementi da esaminare c'è anche il fatto che l'offerta formulata dalla società cui sono stati affidati i lavori (Tea Consulting srl) prevede un pagamento di un corrispettivo pari a 139mila euro, soltanto mille euro al di sotto della soglia.
La richiesta
Pertanto il comitato chiede all’Anac, oltre al controllo della procedura, anche di verificare «la presenza di potenziali conflitti di interessi o di intese difformi dal tracciato legislativo», dal momento in cui il «vantaggio competitivo dell’aggiudicatario potrebbe essersi determinato sotto forma di “anticipata conoscenza degli atti di gara o di possibile acquisizione di informazioni qualificate, riservate e di specifico orientamento sulle aspettative e sui gradimenti della stazione appaltante"». La richiesta finale è dunque quella di esaminare la conformità dell’appalto ai principi di trasparenza, sostenibilità economica dell’opera e garanzia di concorrenza.
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