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Il vigile del fuoco che usa le sue vacanze per i bimbi del Nepal

Dal 2010 Giuseppe Begni trascorre due mesi in Asia: «Qui ho scoperto il sorriso sui visi dei poveri»
In Nepal. Il clarense Giuseppe Begni con due piccoli alunni
In Nepal. Il clarense Giuseppe Begni con due piccoli alunni
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Quante persone rinuncerebbero alle proprie vacanze per utilizzare la totalità delle proprie ferie annuali per portare aiuto ad una delle popolazioni più povere del mondo? Poche, pochissime.

Giuseppe Begni, 53enne di Chiari, non perde invece l’occasione per restare il più possibile in Nepal, un Paese che lo «ospita» per quasi due mesi all’anno sin dal 2010 e nel quale il volontario bresciano segue le manutenzioni ordinarie e straordinarie di un complesso scolastico e formativo fondato dall'alpinista italiano Fausto De Stefani.

Begni, che di professione fa l’autista per l’Asst Franciacorta al pronto soccorso dell’ospedale Mellini di Chiari, è tornato nel fine settimana dal Paese asiatico dopo averci trascorso 25 giorni insieme con un’altra bresciana, la rovatese Giuliana Salvini, che lo ha aiutato nella ritinteggitura della scuola.

«Oltre al lavoro di pittura ho coordinato altre opere di manutenzioni alle strutture - ha spiegato Begni -. Non solo l’istituto scolastico, che ospita mille allievi dalla materna alle superiori, ma anche altri edifici del complesso che offre anche ulteriori servizi, come per esempio una palazzina dedicata ai bambini adottati a distanza».

La passione del clarense per il Nepal è nata grazie ad un altro «amore», quello verso la montagna. Fu proprio sull’Himalaya che nel 2007 Begni scoprì un Paese e soprattutto un popolo che gli ha conquistato il cuore. Così, ogni anno il clarense, che da 31 anni è anche Vigile del fuoco volontario nella sua città, vola in Asia per prendersi cura della Rarahil Memorial School di Kirtipur, a 7 km dalla capitale Katmandu.

«Quando De Stefani mi ha chiesto di gestire le manutenzioni per conto della sua Fondazione Senza Frontiere ho colto subito l’occasione per aiutare quel popolo e insegnare a fare manutenzioni agli operai locali che purtroppo hanno problemi anche a trovare il materiale, dato che è molto costoso - ha continuato Begni -. In Nepal ho trovato gente aperta, amichevole ed estremamente ospitale: molti poveri che tuttavia hanno sempre il sorriso stampato sul viso, qualcosa che mette serenità a chiunque. Negli anni sto imparando moltissimo da loro dal punto di vista umano. Così, ricambio lavorando come volontario per loro».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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