Il velodromo si ritinge di azzurro: la Nazionale è in pista
Sulla pista del velodromo sono tornati gli Azzurri: la Nazionale, maschile e femminile, può rientrare all’impianto monteclarense per allenarsi in vista delle prossime sfide. Un traguardo importante, questo, tagliato grazie alla sinergia tra tutti gli enti.
Ovviamente sussistono limitazioni in quanto la struttura, unica in Italia e quindi di cruciale importanza per gli atleti, continua ad essere sotto sequestro: il rifacimento della copertura e la rilevigatura della pista, danneggiata dalle infiltrazioni, sono terminati, ma l’iter di ripristino totale non è finito e manca ancora il certificato di prevenzione incendi, a cui si sta lavorando, sempre in sinergia.
È il sindaco Marco Togni a dare la notizia: «La Nazionale, maschile e femminile, può allenarsi al velodromo, in vista delle Olimpiadi 2020 e delle altre sfide imminenti che deve affrontare. L’informativa mi è stata notificata mercoledì mattina dai carabinieri.
Il Prefetto, viste anche le richieste della Federazione ciclistica e del Coni, ha scritto al pm, che nel luglio 2018 aveva messo sotto sequestro l’impianto: ha autorizzato gli atleti della Nazionale ad accedere alla struttura. Naturalmente ha stabilito alcuni limiti perché l’impianto è tutt’ora sotto sigilli: possono accedere solo cinquanta persone alla volta, tra atleti e tecnici».
Un notizia positiva anche per le attività della cittadina: «In questi giorni gli atleti, giunti anche per un ulteriore test della pista, sono in strutture alberghiere di Montichiari», ha detto Togni, che non manca di illustrare le tappe successive da concretizzare per ottenere non solo il certificato di prevenzione incendi e il dissequestro, ma anche il ripristino completo dell’impianto, il quale innanzitutto non è uscito indenne dalle infiltrazioni dell’ultimo anno.
«Il Coni ha confermato che vi è ancora disponibilità di denaro, garantendo il suo sostegno per il ripristino della completa agibilità del velodromo - continua Togni -. Dello stanziamento di 1,8 milioni di euro, fino ad ora, per gli interventi svolti, ne sono stati spesi circa la metà. Peraltro, sempre il Coni coprirà il costo dell’incarico affidato al tecnico che è al lavoro per la redazione di un nuovo progetto antincendio, indispensabile per ottenere il certificato di prevenzione incendi: stando alla situazione economica trovata al momento del nostro insediamento amministrativo, il Comune, nell’anno 2019, non avrebbe avuto soldi disponibili per provvedere a tale incarico».
Il professionista in questione è già al lavoro perché vanno svolte verifiche su tutti gli impianti e, presumibilmente tra una decina di giorni, riuscirà a fornire un progetto finalizzato al ripristino totale dell’agibilità e quindi alla riapertura dell’accesso al pubblico, con gli eventuali interventi da svolgere.
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