Il sindaco Almici rigetta ogni accusa: «Nessuna agevolazione»
Meno di un’ora per raccontare la sua verità. Per dire che non ha agevolato il concorso pubblico finito sotto la lente della magistratura e che nemmeno ha offerto il ruolo di comandante della Polizia in cambio di un pacchetto di voti alle scorse elezioni provinciali.
In quaranta minuti di interrogatorio, davanti al sostituto procuratore Ambrogio Cassiani il sindaco di Bagnolo Mella Cristina Almici ha rigettato le accuse di abuso d’ufficio e corruzione mosse dalla Procura in riferimento all’inchiesta sul concorso pubblico per la nomina di capo dei vigili del paese.
Bando che, stando all’accusa, sarebbe stato pilotato con l’obiettivo di farlo vincere a chi poi effettivamente è arrivata prima. Ovvero Basma Bouzid, tunisina con passaporto italiano, già a capo del comando di Gargnano e che con il primo cittadino condivide la militanza in Fratelli d’Italia.
Le due donne si conoscevano e frequentavano già prima del concorso. «Ma non ho fatto alcun atto per agevolarle la strada» ha detto Almici assistita dall’avvocato Giovanni Orlandi. Al sindaco viene contestato di aver costituito in concorso con il segretario comunale una commissione in un certo senso accondiscendente verso la «candidata amica».
Per questo chi indaga le ha chiesto conto sul cambio di due dei quattro componenti della commissione valutatrice a poche settimane dal concorso. «C’è stato un intoppo procedurale nello scambio di documenti con Roma e quindi abbiamo cambiato» è stata la risposta di Cristina Almici. Stando agli atti dell’inchiesta alcune risposte fornite nelle prove scritte da Basma Bouzid erano sbagliate, ma sono state valutate come corrette.
«Sulla correzione irregolare però nulla si può imputare alla mia assistita» spiega l’avvocato Orlandi. Il primo cittadino di Bagnolo ha poi respinto anche l’accusa di corruzione per un voto di scambio. All’agente di origini tunisine avrebbe chiesto, secondo le indagini, un pacchetto di preferenze per essere eletta a marzo in Consiglio provinciale in cambio del ruolo di comandante della Polizia.
«Parlavamo di voti perché militiamo nello stesso partito» ha detto Cristina Almici, che ha anche spiegato che nessun voto le sarebbe arrivato dalla zona del Garda, dove Basma Bouzid è residente e dove ha lavorato.
A Bagnolo Mella non si parla d’altro e l’inchiesta agita la maggioranza. «Il partito anche a livello nazionale è a conoscenza di quanto sta accadendo. Stiamo valutando come muoverci» fa sapere Giampietro Maffoni, senatore e coordinatore provinciale di Fratelli di Italia. Per Federico Marini, commissario di Forza Italia a Bagnolo, «la situazione è difficile e il paese vuole sapere. Il caso poteva essere evitato. Tutti hanno visto il sindaco, l’agente di polizia e Romele insieme il giorno delle elezioni provinciali. Per una questione di opportunità e di rapporti io avrei evitato di partecipare a quel bando». E poi c’è la Lega, il cui peso in maggioranza rischia di essere determinante. «Siamo in attesa di sviluppi» fa sapere il segretario provinciale Alberto Bertagna. «È prematuro - aggiunge - fare valutazioni sia nel rispetto di chi fa le indagini sia di chi è sotto indagine».
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