Bassa

Il ragazzo della via Gluck si trasferisce a Vighizzolo: il video

Un gruppo di ragazzi di Montichiari ha riadattato la celebre canzone di Celentano trasformandola ne «Il ragazzo di Vighizzolo»
I RAGAZZI...DI VIGHIZZOLO
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Il ragazzo della via Gluck si è strasferito a Vighizzolo e canta i dolori e gli odori della terra di Montichiari. Succede per mano e per voce dei ragazzi di MusicAlcentro, un gruppo di animazione musicale che si muove all'interno dell'oratorio San Giovanni Bosco di Montichiari.

Esattamente 50 anni fa Celentano cantava la sua celebre canzone, presentandola al Festival di Sanremo del 1966. Un brano di denuncia sociale, un manifesto per la difesa dell'ambiente nata in un momento storico in cui ancora nessuno parlava di ecologia.

Oggi la sua canzone ha preso connotati diversi, ma l'anima del messaggio resta intatta. 

Mirko Treccani, 19enne di Montichiari come gli altri componenti del gruppo, è la voce e ci spiega come è nata l'idea. «Tutti noi stiamo seguendo la situazione dell'aria di Vighizzolo, dei malori degli studenti e in generale delle persone della frazione. Non abbiamo potuto partecipare alla manifestazione che c'è stata in paese e abbiamo pensato di portare la nostra musica nel sociale, sperando di sensibilizzare le persone sul tema».
Con lui, nel video rivediamo il 19enne Tommaso Campanella alla chitarra, alle percussioni il coetaneo Paolo Turini, al violino la giovanissima del gruppo Greta Treccani di 14 anni, il 16enne Matteo Este al pianoforte. La regia è del 18enne Francesco Percassi.

Il video pubblicato solo due giorni fa sulla pagina Fb del gruppo MusicAlcentro ha incassato numerosissimi commenti e centinaia di condivisioni. 

 

 

Il ragazzo di Vighizzolo

Questo il testo della canzone: 

"Questa è la storia di uno di noi, anche lui nato qui a Vighizzolo in una casa, dopo via Bassa. Gente tranquilla che lavorava là dove c'era l'erba ora c'é discarica

 quella casa in mezzo al verde ormai, dove sarà? Questo ragazzo di Vighizzolo, si divertiva a giocare nel Chiese. Ma un giorno disse "Vado in città" e lo diceva mentre piangeva. Io gli domando "Amico non sei contento? Vai finalmente a stare in città. Là troverai le cose che non hai, avuto qui. Potrai lavarti in casa senza andar, giù nel cortile.

Passano gli anni, ma trenta son lunghi. Però quel ragazzo ne ha fatta di strada, ma non si scorda la sua prima casa, ora coi soldi lui può comperarla. Torna e non trova gli amici che aveva. Solo discariche e inquinamento.

Franco è morto di leucemia, Piero è a Milano a trovare una zia, Marta combatte un cancro al seno Come le mamme di Rina e di Zeno. Paolo ha un tumore avanzato al polmone. E' un po' scocciato, non ha mai fumato.

L'aria che puzza soprattutto la sera. Lui si ricorda una volta non c'era. E le finestre specie d'estate ad ogni ora erano spalancate.

Noi non vogliamo ogni due metri un'aiuola, ma nemmeno i bimbi con il vomito a scuola. Ridateci l'aria, l'aria è di tutti, noi non vogliamo i nostri sogni distrutti. Per la nostra vita, per la nostra città, per il presente e per chi ci vivrà".

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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