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Il falò di Bompensiero osservato speciale di Expo 2015

Il rito del fuoco di San Vincenzo quest’anno ha avuto uno spettatore del tutto particolare
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Il rito del fuoco di San Vincenzo, che si è ripetuto nella notte dedicata al Santo Patrono nei campi immediatamente fuori la porta della piccola frazione di Villachiara, quest’anno ha avuto uno spettatore del tutto particolare.

Si tratta di Paolo Dalla Sega, responsabile artistico delle giornate bresciane all’Expo, che da giorni sta esplorando la nostra provincia in cerca di idee e suggestioni che gli diano lo spunto giusto per costruire un racconto che, nelle sei giornate di Expo dedicate a Brescia e provincia, possa trasmettere il meglio del territorio.

«L’usanza di accendere falò a circa un mese dal solstizio d’inverno - ha detto Dalla Sega - è un bellissimo modo per cominciare l’anno e salutare la stagione fredda che si avvia alla fine. È una ritualità antichissima. Nutrire il pianeta, energia per la vita è il tema di Expo ed è un po’ anche il senso di questi riti. Tre pali e novantanove fascine di potatura - ha sottolineato - rappresentano il ciclo della natura a partire dalla terra e ci dicono che nulla va buttato ma tutto si trasforma, in questo caso anche in simboli di luce».

La fitta pioggia caduta durante tutto il giorno ha costretto il parroco ad annullare la tradizionale processione in cui la statua e le reliquie di San Vincenzo Martire, adagiati su un carro ornato di fiori, vengono portate per le vie del borgo. La cerimonia si è aperta con la Messa vespertina, celebrata da don Francesco Bertoli che, subito dopo, si è recato sul luogo del falò con una torcia, ha benedetto il traliccio di sterpaglie, alto 21 metri, e gli ha dato fuoco.

 

 

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