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Il doloroso appello del padre di Irene: «Aiutiamo i nostri figli a crescere»

Alessandro Zani dopo la morte della figlia 17enne nell’incidente sulla A21: «C’è un disagio diffuso»
Irene Zani, scomparsa a causa di un incidente stradale
Irene Zani, scomparsa a causa di un incidente stradale
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«Mi rivolgo a tutte le realtà che si occupano dell’educazione dei giovani: facciamo rete per dare sostegno ai nostri figli nel loro percorso di crescita e alle famiglie in un momento decisamente complesso». La voce è sottile, a malapena percepibile e a tratti rotta da un dolore straziante. Le parole sono pronunciate debolmente, ma il messaggio lanciato da Alessandro Zani, il padre di Irene, la 17enne di Leno morta nello schianto in auto sulla A21, ha una portata dirompente.

La fotografia di una situazione di «disagio tra i giovani, che inevitabilmente porta a queste tragiche conseguenze. Per certi versi una morte annunciata: poteva capitare a chiunque, ma è capitato alla mia Irene. E il 4 settembre, esattamente un mese dopo il suo 17esimo compleanno, io sono morto con lei».

Irene quella notte (tra sabato e domenica) stava tornando da una discoteca di Cremona e attorno alle 4 l’auto guidata dall’amico di 21 anni, anche lui di Leno, è andata a sbattere contro il guard rail. Il giovane, ancora in ospedale per delle lievi ferite, è risultato positivo all’alcoltest e per questo arrestato per omicidio stradale.

L’appello

Lo sguardo di Alessandro è quello di un uomo, di un genitore che sta vivendo un dramma impossibile da descrivere a parole. Ma il coraggio di denunciare una «situazione di disagio generale, che riguarda il mondo giovanile, in modo particolare dopo la pandemia» è quello di un padre che di fronte alla cosa peggiore che potesse capitare al lui e alla sua famiglia, ha voluto farsi sentire. «Vediamo episodi pericolosi: ragazzi che bevono e poi si mettono al volante filmando tutto per postare un video sui social - continua l’uomo, che in passato è stato anche consigliere comunale in paese -. Certo, questo succedeva anche una volta, ma oggi mi sembra che riguardi molti più giovani».

L’amico di Irene

L’auto distrutta dopo l’impatto - Foto © www.giornaledibrescia.it
L’auto distrutta dopo l’impatto - Foto © www.giornaledibrescia.it

Ma il discorso di Alessandro è generale sul mondo giovanile e non vuole puntare il dito contro l’amico della figlia. «Non lo conosco e non posso dire nulla - ha spiegato -. In questi giorni i suoi nonni sono venuti a farci visita: piangevano, erano distrutti e mi hanno detto che proprio il giorno dell’incidente Irene era stata a casa loro. Erano desiderosi di conoscerla». Le parole di un padre che non prova odio. No, le sue considerazioni sono più profonde. Riflessioni su un tema drammaticamente attuale e sul quale non bisogna stare zitti, per evitare proprio situazioni di questo tipo.

Il ragazzo, indagato per omicidio stradale (nel sangue aveva un valore di 1,12 microgrammi di alcol per litro di sangue), resta in attesa dell’udienza di convalida dell’arresto.

Il ricordo della figlia

«Irene era semplicemente splendida, solare e allo stesso tempo fragile, come può esserlo una ragazza della sua età - conclude il padre -. Da bambina faceva nuoto ed equitazione, amava tantissimo i cavalli. Poi è stata attiva nell’oratorio e di recente si dava da fare anche come babysitter, un lavoretto estivo in famiglia». Una ragazza nel pieno della vita, che tra pochi giorni sarebbe ritornata sui banchi di scuola insieme ai compagni. Una ragazza che con il fratello maggiore, Dario (20 anni), «aveva un rapporto molto stretto», come sottolineato dal papà.

Il funerale

Ieri fuori dalla casa funeraria di Leno c’erano tantissime persone, in modo particolare numerose ragazze: le sue amiche del cuore, che si sono strette nel dolore in un silenzio assordante. Non sono riuscite a dire nulla. Il funerale di Irene verrà celebrato domani mattina, alle 10.30, nella chiesa parrocchiale di Leno: in tanti si uniranno alla famiglia, al papà, alla mamma Simona, al fratello e a tutti gli amici e parenti che le volevano bene.

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