«Grigoletto voleva solo uccidere Marilia»
«Il reale obiettivo criminale dell’imputato era quello della soppressione di Marilia Rodrigues, mentre l’interruzione della gravidanza e l’eventuale distruzione del cadavere costituivano una inevitabile e necessaria conseguenza della primaria finalità criminosa». Per questo a Claudio Grigoletto è stata ridotta in appello la condanna, passata dall’ergastolo comminato in primo grado ai trent’anni ai quali è stato invece condannato poi.
E’ quando si legge nelle 110 pagine di motivazioni della sentenza della Corte d’assise d’appello di Brescia contro il pilota d’aereai che nell’agosto del 2013 uccise a Gambara Marilia Rodrigues, hostess brasiliana di 23 anni, sua dipendente, amante e dalla quale aspettava un figlio. Una riduzione di pena dunque dovuta ad aspetti meramente tecnici che hanno portato alla riforma della sentenza impugnata dai legali di Grigoletto, rinchiuso nel carcere di Bollate.
In sostanza secondo la Corte d’appello ritiene che il giudice di primo grado abbia sbagliato nella valutazione die reati satellite, il procurato aborto e il tentativo di distruzione di cadavere, e abbia attribuito loro un peso maggiore in termini di pena rispetto a quello stabilito dal codice penale.
Grigoletto uccise Marilia strangolandola dopo l’ennesimo litigio e perché ormai schiacciato dalle bugie e da una doppia vita che non riusciva più a governare: da una parte – raccontò lo stesso Grigoletto in aula - c’era la moglie che qualche settimana prima del delitto aveva dato alla luce la seconda bambina della coppia, e dall’altra l’amante in attesa di un figlio con una gravidanza difficile e sempre più desiderosa di vivere un rapporto alla luce del sole. Per questo, è sempre stata la sua versione, ha perso la testa e ha ucciso la ragazza brasiliana simulando, goffamente, un suicidio.
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