Bassa

Fascia d’Oro: bonifica su area contaminata da idrocarburi

La superficie a Montichiari è inserita tra i siti sotto osservazione dal marzo 2015
Nella foto d’archivio un’area controllata dall’Arpa
Nella foto d’archivio un’area controllata dall’Arpa
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È indispensabile una seconda fase di bonifica per completare il ripristino di un terreno ubicato in località Fascia d’Oro e catalogato tra i siti contaminati dal marzo 2015. In un primo momento i referti analitici presentati dalla società immobiliare proprietaria del terreno avevano attestato come gli idrocarburi fossero nei limiti, ma gli esiti dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente hanno evidenziato come su una porzione di quell’area la bonifica effettuata avesse mancato il raggiungimento degli obiettivi.

Le concentrazioni di idrocarburi pesanti riscontrate dai tecnici dell’Arpa parlano chiaro: nella zona individuata come «Sud» si rende necessario un altro passaggio. Così, il Comune di Montichiari ha disposto che la società presentasse un’integrazione del progetto di bonifica, il quale era stato approvato nel 2018, nonché il cronoprogramma riguardante i nuovi interventi che è chiamata a svolgere. Si spera dunque in una rapida risoluzione della situazione.

In generale questa seconda fase consisterà in un approfondimento dell’intervento di scavo, laddove non è stata raggiunta la conformità delle concentrazioni soglia di contaminazione (Csc). Dal Dipartimento Arpa di Brescia e Mantova si è potuto apprendere che la bonifica generale ha interessato due aree dalla superficie inferiore ai 10 metri quadri e una delle due risulta, appunto, già conforme ai limiti previsti. È necessario quindi agire ulteriormente solo sull’altra, così da portare a termine il ripristino. Arpa inoltre fa sapere che la contaminazione del terreno è stata riscontrata entro i primi 50/60 centimetri del piano campagna, e la sua origine è nota, risulta infatti essere correlata a una perdita di olio da veicoli parcheggiati sull’area della Fascia d’Oro che era adibita a deposito per automezzi.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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