Bassa

Fabio, l'artista delle mosche da pesca premiato negli Usa

Dall’amore per la pesca all’altissimo artigianato Fabio Mauri fa incontrare scienza e passione
Fabio Mauri con il premio ricevuto in New Jersey © www.giornaledibrescia.it
Fabio Mauri con il premio ricevuto in New Jersey © www.giornaledibrescia.it
AA

Ha collezionato piazzamenti e vittorie in tanti concorsi internazionali, ma l’apice del successo l’ha toccato volando negli States sulle ali... di una sua mosca. Da Montichiari all’International Fly Competition di Somerset, nel New Jersey, per vincere tutte e tre le categorie alle quali ha partecipato mettendo in fila le grandi firme del settore. L’artista delle mosche, quelle utilizzate nella pesca sportiva, è Fabio Mauri che nel negozio di via Martiri della Libertà a Montichiari, tra orologi e bigiotteria, ha realizzato un laboratorio dove costruisce perfette imitazioni di effimere, tricoteri, chironomi e coleotteri capaci di ingannare anche il pesce più smaliziato.

Una fragilissima libellula sintetica © www.giornaledibrescia.it
Una fragilissima libellula sintetica © www.giornaledibrescia.it

Scienza e passione. Ma quella di Mauri non è solo artistica capacità imitativa di madre natura. Dietro la costruzione di una minuscola mosca ci sono tanta passione e conoscenze che spaziano dalla fisica all’idrodinamica, dall’aerodinamica all’entomologia, all’ittiologia. Una libreria di sapere creata passo dopo passo quando Internet era di là da venire: «Oggi è semplice reperire informazioni su qualsiasi argomento - riflette Fabio -. Tanti anni fa, quando ho iniziato da bambino a interessarmi di pesca, si poteva solo sperare che qualche pescatore paziente ci desse consigli». Alle elementari Fabio Mauri pesca nei fossi della campagna di Calvisano. A 15 anni, sul Naviglio di Isorella incontra casualmente Mario, pescatore a mosca con il quale scambia qualche parola in un paio di occasioni, prima che il suo guru sparisca nel nulla: «Mi è bastato vedere la coda di topo - il "filo" che proietta in acqua la mosca finta - disegnare traiettorie nell’aria per rimanere folgorato» racconta.

Autarchia. In Italia la pesca a mosca è affare di nicchia. Fabio cerca di recuperare informazioni e ne trova rivolgendosi al Club Pesca a mosca Brescia, sodalizio nato nel 1963. Praticando da neofita arrivano anche i primi guai: «Quando uscivo a pescare dovevo mettere in conto la perdita di qualche mosca e se consideriamo che ognuna costava 3-4 mila lire, era un bel salasso per un ragazzino. Così ho deciso di costruirmele da solo». Di necessità, fa virtù: «A Brescia c’era solo Ziliani Sport che aveva un po’ di materiale adatto. In libreria trovai invece un manuale di Piero Lumini e cominciai a diventare costruttore». Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti.

Oggi il ricordo delle competizioni è nella ricca bacheca dei trofei. «Preferisco concentrami sullo studio, sull’approfondimento e sulla diffusione dell’arte di costruire le mosche. E ci tengo anche a diffondere il rispetto per i fiumi e per l’ambiente, concetti nei quali noi italiani siamo purtroppo al palo. Costruire mosche non è una bizzarria, è cultura, educazione e rispetto a 360°». Una passione diventata una limpida filosofia di vita, trasparente come l’acqua dei torrenti alpini.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato