Emilia Tironi sogna l’Onu, ma nel frattempo calcola il peso degli aerei
In pochi possono dire di aver messo piede nella sede centrale delle Nazioni Unite, a New York. Pochi i non diplomatici, ancor meno i giovani, soprattutto se under 30 che hanno avuto il privilegio di tornarci addirittura in più circostanze. Tra queste mosche bianche c’è la bresciana Emilia Tironi, rientrata di recente dalla terza esperienza all’Onu.
La storia
«Come accaduto nel 2022 - racconta la 28enne originaria di Borgo San Giacomo -, a marzo per il secondo anno ho ricoperto il ruolo di tutor del World Student Connection Italia, con cui ho vissuto momenti indimenticabili». La prima volta all’Onu era stata nel 2019 quando, frequentante il corso di Relazioni internazionali del corso di laurea in Scienze Politiche dell’Università Cattolica, le si è presentata l’opportunità di conoscere da vicino uno dei luoghi più importanti del pianeta.
«Mi ha sempre affascinato questo mondo e, in generale, la cooperazione fra Nazioni - racconta Tironi -. Così, decisa ad approfondirlo sui libri, non mi sono lasciata perdere l’occasione d’immedesimarmi in qualche soggetto che avesse poteri decisionali. Un esercizio affatto semplice, certo, tuttavia di enorme impatto».
Al di là dell’immancabile tour della metropoli statunitense nei ritagli di tempo liberi, le giornate nel Palazzo di vetro di Manhattan hanno lasciato il segno. «Tanto in versione di allieva quanto nei panni di coordinatrice dei gruppi, è stato stimolante trattare temi complessi inerenti l’umanità (ambiente, salute, rapporti istituzionali, povertà, guerre, ndr) e trovarvi soluzioni concrete con giovani “colleghi” provenienti dai cinque continenti, chiamati ciascuno a rappresentare un Paese diverso da quello di appartenenza - spiega -. È una circostanza unica per instaurare un proficuo scambio culturale e di opinioni, che sfociano in interessanti dibattiti nelle varie commissioni. In quel contesto ci si rende realmente conto di quanto sia delicato compiere le scelte giuste al momento giusto... per il bene degli altri».
A Brescia
E a proposito di scelte e responsabilità, Emilia ne ha parecchie anche a casa, nel suo lavoro quotidiano: «Sono la responsabile del calcolo del peso sugli aerei all’aeroporto di Montichiari - spiega -. È una mansione che richiede enorme attenzione, precisione e zero errori, ma mi piace molto». Nel mentre, non abbandona comunque gli studi e il desiderio di progredire nella carriera: «Mi piacerebbe lavorare in un’organizzazione internazionale come delegata dell’Italia. Sogno, un domani, di diventare ambasciatrice».
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