Bassa

Effetto Pcb: incubo per Castel Mella e Capriano

Due assemblee con esperti dell'Asl e dell'Arpa sulla situazione. La prima mercoledì alle 20.45 all'auditorium Gaber di Castel Mella
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Un incubo che riprende corpo. Il Pcb torna (prepotentemente) ad allarmare chi vive a Castel Mella e Capriano. A riportare sulla scena il famigerato Pcb è stata nei giorni scorsi la trasmissione PresaDiretta in onda su Rai3. Il programma ha creato una forte preoccupazione, non sempre fondata, tanto che nei due comuni sono state indette altrettante assemblee pubbliche per fare il punto (reale) della situazione.

A Castel Mella l'appuntamento è per stasera alle 20.45 all'auditorium Giorgio Gaber; a Capriano l'incontro è invece in calendario sabato mattina alle 10 alla cascina San Giorgio. Entrambi i paesi sono accomunati dall'inquinamento che dalla fabbrica Caffaro di via Milano, lungo le rogge, è arrivato fino nei due comuni hinterland/bassaioli. «Se è bene sollevare problemi trascurati e scuotere dall'inerzia - spiega il sindaco di Castel Mella, Marco Franzini -, è però inaccettabile che si gettino nel panico le persone con informazioni che una trasmissione televisiva necessariamente può dare in modo sommario e, nel caso di Castel Mella, in modo impreciso, anche perché nessun giornalista si è mai rivolto in Comune né ha parlato con gli amministratori».


A Castel Mella la zona interessata da inquinamento da Pcb è quella delimitata dalla tangenziale sud (Fornaci) e da viale Caduti per proseguire poi verso Colorne fino a Capriano. Questo perché in quest'area scorre la roggia Sorbanella che capta le acque da un altro corso d'acqua proveniente dalla zona di via Milano.
«Perciò - continua il sindaco - le aree di Castel Mella sulla destra del fiume, cioè la zona che va da Roncadelle al centro del paese, stando alle indagini, non risultano inquinate dal Pcb della Caffaro».

È bene ricordare che già nel 2005, a seguito di una segnalazione dell'Asl, l'Amministrazione di Castel Mella aveva emesso un'ordinanza nella quale disponeva il divieto di coltivazione di ortaggi, l'allevamento libero di polli e il consumo di uova nella zona che va dal confine nord con Brescia fino a viale Caduti. Nel 2007 un'altra ordinanza aveva esteso i divieti a tutta la zona di Colorne fino al confine con Capriano. Le coltivazioni, come per esempio il mais, sono invece permesse in quanto non risulta assorbano Pcb dal terreno.

A tutt'oggi le ordinanze continuano a valere. «Il rapporto con Arpa e Asl - prosegue il sindaco Franzini - è continuo, perciò saremo informati di ogni novità, che non verrà certamente nascosta e per quanto possibile affrontata come già avviene per altre situazioni presenti sul nostro territorio». Di tutto questo si parlerà stasera nel corso dell'assemblea pubblica all'auditorium Gaber. Interverranno il dottor Giulio Sesana dell'Arpa e la dottoressa Lucia Leopardi dell'Asl che affronteranno la questione dal punto di vista scientifico, presentando al tempo stesso le analisi e le verifiche effettuate sul territorio. Per quanto riguarda invece Capriano e Fenili Belasi, anche qui la situazione è nota (e monitorata) da tempo.

In seguito a delle analisi fatte lo scorso anno nell'alveo di un torrente che passa a Fenili Belasi, dietro al villaggio Paolo VI, si scopre infatti che c'è presenza di Pcb. A quel punto il sindaco Claudio Lamberti emette un'ordinanza che impone agli agricoltori, che utilizzano la roggia per l'irrigazione, di sospendere l'utilizzo di quell'acqua. Sulla questione è intervenuto anche il Comitato salute e ambiente, presieduto da Salvatore Fierro, che chiede all'Amministrazione «perché, dopo aver saputo che nell'alveo della roggia c'era del Pcb ha inaugurato un parco in un sito attiguo? E perché non sono stati fatti i carotaggi della terra del parco prima di inaugurarlo?».

Lamberti respinge le accuse: «Al momento dell'inaugurazione il problema di fatto non c'era. La presenza del Pcb era stata segnalata, ma non in quel punto vicino al parco. L'area verde è stata aperta a maggio e le prime analisi, in cui si riscontra un valore leggermente superiore alla norma, sono di luglio. Il problema c'è, ma in altri punti della roggia dove il valore è di quaranta volte al di sopra dei limiti di legge».


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