Bassa

È venerabile suor Ossoli, missionaria «madre della vita»

Il Vaticano ha riconosciuto le sue «virtù eroiche», la religiosa delle Poverelle, di Orzinuovi, che morì in Congo per l’Ebola
Suor Annelvira Ossoli - © www.giornaledibrescia.it
Suor Annelvira Ossoli - © www.giornaledibrescia.it
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A Orzivecchi, dov’era nata il 26 agosto 1936, c’è una via che porta il suo nome. Sulla strada della Pieve c’è anche un cippo in sua memoria. Ma è soprattutto nel cuore della comunità orceana che è sempre vivo l’affetto per suor Annelvira Ossoli, proclamata venerabile dal Vaticano.

Devozione. «Siamo felicissimi - commenta il parroco don Giuseppe Albini -, aspettavamo questa notizia da tempo. La devozione nei suoi confronti è sempre cresciuta nei decenni». La religiosa era della Congregazione delle suore delle Poverelle che proprio a Orzivecchi erano impegnate in quello che veniva chiamato ospedalino (oggi casa di riposo) e alla scuola materna. Con alcune consorelle, suor Annelvira era andata a Kikwit in Congo come missionaria per occuparsi degli ultimi del mondo, e proprio in terra africana furono colpite dall’allora semisconosciuto virus Ebola: morirono impegnandosi fino all’ultimo istante nel curare i malati. Fra l’aprile e il maggio del 1995 si spensero sei consorelle.

Per tutte, l’8 aprile del 2013, nella casa madre a Bergamo, si era aperto il processo diocesano per la loro beatificazione, preceduto da un passo analogo nella diocesi di Kikwit, poi dichiarato chiuso l’anno successivo dal vescovo Francesco Beschi. Quel 25 gennaio 2014, durante la celebrazione nel duomo di Bergamo, mons. Beschi disse che le religiose «sono state martiri della carità. Avevano una competenza infermieristica elevata e riconosciuta. Ma la loro competenza più grande è stata la capacità di trasformare un ospedale in un luogo di speranza». A fine febbraio tre di loro erano già state dichiarate venerabili dal Vaticano (tra loro anche suor Dinarosa Belleri di Villa Carcina), ieri anche per le altre tre suore il Papa, dopo aver ricevuto il cardinale Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, ha firmato i decreti che riconoscono le «virtù eroiche», passo in avanti verso l’onore degli altari. Infermiera.

Suor Annelvira Ossoli, morta a 58 anni, era superiora provinciale, chiamata «la donna della vita» per i tantissimi bambini che aveva fatto nascere in quarantatré anni di missione. Dopo la vocazione, e la scelta appunto di entrare nelle Poverelle, decise di studiare da infermiera professionale all’ospedale di San Giovanni in Laterano a Roma. In Congo era appunto la «madre della vita». «Ha fatto nascere migliaia di bambini - aveva raccontato suor Lina Adele, postulatrice generale per le cause dei santi della Casa madre della congregazione a Bergamo -. Era una persona solare, serena, molto amata da tutti».

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