Dramma alla casa per disabili, 22 morti: «Negati i tamponi»
«Il nostro istituto come tutte le strutture sociosanitarie della provincia di Brescia e della Lombardia ha purtroppo presentato casi di contagio da Covid-19. Non è però possibile ricostruire la cartina di contagi». Lo spiega in una nota la presidenza dell’istituto Cremonesini di Pontevico, una struttura per donne con problemi psichiatrici dove, a causa del coronavirus, sono morte 22 ospiti sulle oltre 300 presenti.
«Possiamo sostenere che il nostro indice di mortalità nel periodo critico è stato del 6% circa» è stato spiegato da don Federico Pellegrini, presidente della struttura che ha poi aggiunto: «I tamponi per le pazienti sono mancati perché la Regione Lombardia ha ritenuto di limitarne l'impiego. Nonostante la circolare del 10 marzo, in due occasioni il 13 e il 24 marzo abbiamo richiesto a mezzo mail l'effettuazione di tamponi proprio in seguito al primo caso riscontrato (in virtù di un ricovero ospedaliero), ma non abbiamo ottenuto risposta».
Secondo i vertici dell’Istituto Cremonesini «L'elevato numero di casi febbrili uniti all'impossibilità di individuare casi positivi da isolare e quelli negativi per la più volte ribadita impossibilità di effettuare i tamponi sulle ospiti, avrebbe portato un'attività assolutamente disfunzionale con il rischio di isolare pazienti negativi e positivi insieme, per questo non abbiamo creato un reparto di isolamento».
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