Disastro sui binari: «Ho avuto paura di non farcela»
«Ho sentito il vuoto sotto me e poi sono scivolato, sono caduto e sono finito sotto i sedili. Ho sperato solo che il treno si fermasse». La voce trema, gli occhi sono lucidi. Battista Merighi, 58enne di Roccafranca, era sul treno deragliato a Pioltello, nella carrozza accartocciata da cui estratti i corpi senza vita di tre donne e alcuni dei feriti gravi.
In viaggio insieme a lui anche altri colleghi della zona, pronti a raggiungere i cantieri milanesi come ogni mattina.
Tra loro anche Simone Franzelli, pure lui di Roccafranca: «Abbiamo sentito il rumore dei sassi sotto la carrozza, ma all’inizio non gli abbiamo dato troppa importanza. Poi abbiamo iniziato a dondolare e lì abbiamo capito che qualcosa non andava. Quando ci siamo fermati - racconta - ho alzato lo sguardo e non ho più visto le altre carrozze davanti alla mia. Ho avuto paura di non vedere più la mia compagna e il mio bimbo di pochi mesi».
Una volta scesi, i colleghi si sono cercati per accertarsi di non essere feriti. Quelli a bordo delle prime carrozze hanno raccontato di aver sentito il passaggio, vicinissimo, di un altro convoglio, e di aver avvertito un forte spostamento d’aria, come se i due treni di fossero sfiorati. «Appena sceso ho chiamato mia moglie - dice Merighi -, ho avuto paura di non farcela».
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