Delitto di Castenedolo, conferme dall'autopsia
Anna Mura è morta per i colpi che le sono stati inferti alla testa. Colpi giudicati compatibili con il grosso bastone ritrovato in un campo poco distante dall’abitazione di Castenedolo, teatro dell’omicidio avvenuto lunedì mattina. E’ quanto emergerebbe dall’autopsia effettuata sul corpo della donna, ritrovata cadavere in camera da letto con il cranio sfondato.
Il marito, Alessandro Musini, in stato di fermo per indiziato di delitto, dal carcere continua a proclamarsi innocente sostenendo di essere tornato a casa, di aver visto la moglie morta e di essere scappato in preda alla paura. Una versione alla quale gli inquirenti non credono anche alla luce degli elementi emersi dall’esame autoptico e che avvalorerebbero la tesi sostenuta fin qui dai Carabinieri e dal sostituto procuratore Francesco Piantoni.
Gli inquirenti ritengono colpevole l’operaio 50enne arrestato martedì dopo una fuga di 30 ore. Domattina l’uomo affronterà in carcere, davanti al gip, l’interrogatorio di convalida del fermo. Il racconto di Musini, come detto, non è ritenuto credibile. Troppi gli aspetti inspiegabili.
A partire proprio dalla fuga, che nel primo interrogatorio l'uomo ha giustificato sostenendo di aver avuto paura dopo aver scoperto il corpo senza vita della moglie. Perché ha tenuto spento il telefono per più di un giorno? Perché non ha provato quantomeno a chiamare il figlio 15enne che dormiva nella stanza confinante con quella dove è stata ritrovata Anna Mura? Il ragazzino non si sarebbe accorto di nulla forse perché abituato a sentire litigare i genitori e non avrebbe dato troppo peso all’ennesimo litigio. Questa volta, stando alla ricostruzione degli inquirenti, finito in tragedia.
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