Delitto Desirée, saranno riascoltati i quattro condannati
Il papà di Desiree Piovanelli lo ripete da un anno. «Chi era in quella cascina e ha ucciso mia figlia, sa come sono andati i fatti ed è arrivato il momento che parli». Chi per la giustizia italiana era presente potrebbe anche sapere se altre persone hanno partecipato o se, come sostiene proprio Maurizio Piovanelli che ha chiesto e ottenuto l’apertura di una nuova inchiesta, dietro all’omicidio nel 2002 della 14enne di Leno ci fosse davvero un mandante legato al mondo della pedofilia.
Per questo la procura bresciana, con il pubblico ministero Barbara Benzi, ascolterà i quattro che già sono stati condannati in via definitiva. Vale a dire Nicola, Nico e Mattia, minori all’epoca dei fatti, che hanno scontato la pena e sono tornati in libertà, e poi l’unico adulto del gruppo. Quel Giovanni Erra condannato a 30 anni, che dal carcere sta lavorando con i suoi legali ad una possibile revisione del processo.
La famiglia Piovanelli, tramite il legale Alessandro Pozzani esprime soddisfazione. «Come difesa, siamo contenti che la Procura voglia acquisire il maggior numero di elementi al fine di far sì che possa emergere tutta la verità. Siamo convinti che quanto meno una parte della verità non sia ancora emersa».
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