Delitto Desirée, «la vicenda non è chiusa, c'era omertà»
In un'intervista del 9 ottobre 2002 disse: «Ho paura che il cosiddetto branco sia più grande di quello che sappiamo».
Parole pronunciate pochi giorni dopo l'arresto di tre minori accusati del delitto della 14enne Desirée Piovanelli. Allora, come oggi, Ermelina Ravelli, era preside dell'istituto Capirola di Leno e 17 anni dopo non sembra avere cambiato idea.
«Non credo che la vicenda sia definitivamente chiusa», ha spiegato davanti alle telecamere della trasmissione di Teletutto Messi a fuoco.
«C'era omertà allora forse anche per paura, ma sicuramente non tutti hanno detto quello che sapevano. Altrimenti oggi non saremmo a questo punto». Ovvero ad una nuova inchiesta, al momento senza indagati, che parte dall'esposto del padre della vittima che è convinto che dietro al delitto ci fosse un giro di pedofilia e che ora vede spuntare una traccia biologica, di un soggetto diverso dai coinvolti, e che mai è stata associata ad un dna.
«Ricordo il terrore nelle classi, la preoccupazione dei genitori che temevano il coinvolgimento dei figli. È stata un'esperienza che mi ha segnata», ha spiegato la professoressa. «Ora spero - ha detto - che si arrivi alla verità vera».
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