Delitto Castenedolo: manca la prova schiacciante
In mattinata è stata effettuata una perizia sull’impianto elettrico dell’abitazione per capire i consumi di quella mattina
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Manca la prova schiacciante, l’elemento in grado di inchiodare l’unico indiziato di delitto, che dal carcere si proclama innocente.
Restano ancora tante le domande senza risposta sull’omicidio di Anna Mura, la 54enne trovata morta in casa con il cranio sfondato la mattina di lunedì 16 marzo nel suo appartamento a Castenedolo.
In cella c’è il marito della donna, Alessandro Musini, mentre i figli della 54enne aspettano il nulla osta per la sepoltura, che ancora non arriva.
Gli inquirenti sono infatti ancora al lavoro. In mattinata è stata effettuata una perizia sull’impianto elettrico dell’abitazione per capire i consumi di quella mattina: Musini ha infatti raccontato di essere stato a casa, di aver guardato la televisione, poi di essere uscito. Racconta di essere tornato verso le 11.30 e di aver trovato la moglie ormai morta. Afferma di essere scappato perché in preda al panico.
Sugli abiti che indossava l’uomo al momento del fermo non sarebbero state trovate tracce di sangue. Stesso discorso per la portiera dell’auto usata per la fuga durata 36 ore. I legali di Musini, gli avvocati Ennio Buffoli e Andrea Pezzangora, e quello dei figli della vittima, l’avvocato Cristian Guatta, aspettano anche la relazione dei medici legali sul bastone ritrovato poco distante dall’abitazione teatro dell’omicidio e considerato l’arma del delitto.
Ancora nessuna risposta sulla presenza di impronte dell’assassino e sulla natura delle tracce di sangue ritrovate.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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