Dalla discarica le piante rinascono bonsai: i segreti di Renato
Passeggiando per via Leonardo da Vinci, in primavera, è impossibile non notare "l’arte" di Renato Fiini: una sessantina di bonsai incorniciano il suo bel cortile. Ciascuno di loro ha una storia e i più provengono da piante abbandonate in discarica, scartate da vivai e da giardini dove non son più benvolute. Renato le porta a casa, le pianta in un vasetto, le cura e…aspetta: «Ci vuole passione, ma anche tanta pazienza. "Se ga so amò", dopo qualche anno, ho il mio bell'alberello. A volte invece utilizzo semi o talee di alberi che mi colpiscono».
Là dietro c'è il bonsai ricavato da una siepe sradicata e, in prima fila, il fico preso all’isola ecologica ha tanti piccoli frutti, che tra poco saranno maturi: sono i fioroni, per intenderci "le fiure", i più buoni. Anche il piccolo amolo è carico di minuscole prugne selvatiche, i maribulan.
E poi c’è la robinia, figlia di una pianta che cresce coraggiosa lungo la linea ferroviaria Brescia-Parma, aceri, rose, larici, melograni, una bellissima azalea ed anche degli ulivi.
Renato ha iniziato vent’anni fa, «tanto per»: cercava una passione e l’ha trovata. Certo, non ci si improvvisa bonsaisti.
Infatti, tutt’oggi, frequenta un club e lezioni annesse a Castellaro Lagusello. «Mi piaccono le piante piccole ed ho appreso l’arte di curarle. Si dice che i cani somiglino ai padroni, ecco: le mie piantine somigliano a me, che sono piccolino» scherza Renato. Molti bonsai poggiano su un piedistallo girevole, ideato da Renato, così che lui possa voltarli al sole ed un impianto ad hoc, garantisce l’irrigazione che richiedono.
«Non so indicare il tempo dedicato ai bonsai: quando si ha passione, non si è in grado di quantificare l’impegno. Ora sono in pensione, ma quando lavoravo, trascorrevo la sera in giardino o in garage, tra le mie piante», prosegue Renato.
Appassionato anche di fotografia, immortala i suoi bonsai quando sono al meglio: la foto dell’azalea in fiore illumina l'ingresso di casa. Sabato, dalle 10, Renato esporrà alcuni dei suoi bonsai alla Galleria civica di Gambara in un appuntamento dedicato al mondo naturale, che proseguirà con una lettura scenica sull’agricoltura biologica e. Renato ci saluta consegnandoci i semi dei suoi piccoli melograni: «Di una pianta non si deve buttare via niente».
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