Dalla carrozzina all’aereo: il sogno di Marco Cherubini si avvera
È un uomo che non sa accontentarsi. Non è pago di essere diventato pilota, ora si è posto anche l’obiettivo di fare il costruttore, proprio di aerei, quelli che condurrà negli spazi aperti per appagare la sua voglia di emozioni.
Uno spirito libero, Marco Cherubini nonostante il suo stato di disabilità, che lo costringe da quel funesto incidente d’auto, nel 1995, a vivere su una sedia a rotelle. Ma non si è mai arreso anzi, da quel grave infortunio ne è uscito il suo carattere più caparbio e ritemprato. La ripresa. Dopo la convalescenza, a 22 anni il ragazzo di Seniga si è dedicato ad alcune attività motorie: il basket e lo sci, prima appunto di spiccare il «volo» appassionandosi e impegnandosi a diventare pilota.
L’opportunità per dedicarsi agli aerei la trova incontrando sulle nevi Alessandro Paleri che gli trasmette l’attrazione per lo sport aereo. Così, dopo aver sperimentato l’ebbrezza come passeggero, insieme al nuovo amico, nel 2005 s’impone di conseguire l’attestato di volo da diporto o sportivo e diventare pilota e nel 2006 si può cimentare nella guida degli ultraleggeri. Il primato. Ma la sfida continua. Marco, che oggi è anche il primo pilota disabile italiano ad aver conseguito in Italia - all’Aero club di Cremona - la licenza di pilota privato di aerei di Aviazione generale, nel 2007 entra a far parte della pattuglia aerea «WeFly! Team» con sede a Caposile, presso il campo-volo «Papere Vagabonde», l’unica al mondo con due piloti disabili su tre.
È insieme ad Alessandro Paleri, leader della formazione, tetraplegico dal 1987 e a Erich Kustatscher, istruttore. Numerose le «imprese» della pattuglia nel corso degli anni, in manifestazioni e in air show nazionali e internazionali, compresi eventi assieme alle Frecce Tricolori.
Tanti i riconoscimenti, come quello attribuito dall’astronauta Esa Samantha Cristoforetti, che nell’ambito dell’iniziativa «WeFly! con Futura osa volare» ha portato nello spazio la bandiera del team. La flotta è composta da tre ultraleggeri che presto verranno sostituiti da nuovi velivoli, assemblati direttamente dai componenti del team. Il sogno. Uno dei tre è già volante, mentre Marco ed Erich stanno allestendo gli altri due proprio nella Bassa, a Milzano, nel capannone messo a disposizione dai negozi «Cherubini calzature», proprio attiguo al laboratorio «Liutart» di Roberto Bertoni col quale Marco ha collaborato come liutaio.
È già da oltre un anno che il pilota di Seniga si è messo all’opera e dice: «La voglia di mettermi in gioco mi ha spinto alla costruzione di velivoli con caratteristiche più performanti. Finora ho coperto circa il 30% del lavoro. Penso di riuscire nell’impresa entro il 2019, per i primi test e poterli far definitivamente decollare nella primavera del 2020». Coronerà il suo sogno, Marco, quello di continuare a volare e soprattutto ai comandi di un aereo assemblato con le sue stesse mani.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato