Bassa

Da palazzo Maggi al Quirinale seguendo le tracce del Gambara

Gli studenti del Dandolo indirizzo turistico saranno ricevuti dal presidente Mattarella
Arte e fascino. L’imponente palazzo Maggi, ora Gatti, a Corzano
Arte e fascino. L’imponente palazzo Maggi, ora Gatti, a Corzano
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Sorge nel centro di Corzano, imponente, massiccio, fascinoso nonostante gli anni (i secoli, pardon) si facciano sentire eccome. Palazzo Maggi sembra guardare sornione chi passa dal piccolo paese della Bassa, con quella sua aria snob di chi ne ha viste tante rimanendo però saldamente se stesso. Una costruzione maestosa e sobria che colpisce lo sguardo ed elegantemente emoziona senza inutile sfarzo. Una dimora (ora di proprietà della famiglia Gatti) che, dopo aver troppo a lungo sonnecchiato, ora è finita sotto la giusta luce grazie all’impegno e alla passione culturale dei giovani studenti del Dandolo, istituto tecnico turistico di Orzivecchi.

La trasferta. E proprio lo studio degli affreschi che Lattanzio Gambara ha realizzato nei saloni di palazzo Maggi porterà la settimana prossima una trentina di studenti in un altro palazzo, nel palazzo sul colle più alto di Roma: il Quirinale. L’originale progetto di alternanza scuola lavoro, coordinato dal professor Roberto Consolandi, ha attirato l’attenzione della Presidenza della Repubblica: i ragazzi del Dandolo saranno ricevuti dal presidente Sergio Mattarella giovedì prossimo. Un riconoscimento che ovviamente inorgoglisce chi tanto si è impegnato nel «Project work», iniziativa che, oltre a sviluppare creatività, autonomia e responsabilità negli studenti, ha reso possibili nuovi studi sulla figura dell’artista bresciano.

Il progetto atlante «Sacro e profano» (in base ai temi degli affreschi delle sale del palazzo) ha visto in campo i ragazzi nelle vesti, prima, di scrupolosi studiosi della storia dell’arte, poi di guide turistiche che hanno illustrato le bellezze delle dimora ai visitatori. Un’apertura straordinaria, nei mesi di ottobre e novembre dello scorso anno, resa possibile proprio grazie agli studenti del Dandolo, il risultato di affluenza è andato oltre le più rosee aspettative: i visitatori hanno toccato quota tremila. Non solo, il frutto di cotanto lavoro è confluito in un volume che racconta e fotografa splendidamente la residenza signorile e gli affreschi che la impreziosiscono. Valorizzare. «L’iniziativa didattica e pedagogica - ha spiegato il professor Consolandi - mira a valorizzare, conservare, divulgare e diffondere il patrimonio artistico e culturale di Brescia e del suo territorio, ma con l’ottica di una rinnovata attenzione per le attuali realtà storiche e sociali.

Questa è stata per l’istituto Dandolo un’esperienza inedita, parte di un percorso formativo pluridisciplinare, che ha fatto riflettere sul rapporto tra arte e pubblico, fra natura, ambiente e paesaggio, fra domanda e offerta ma anche sul senso educativo dell’arte, delle esposizioni, della frequentazione dei musei e delle mostre e dei luoghi che necessitano di essere riscoperti». Molto soddisfatto il preside Giacomo Bersini: «Abbiamo fatto squadra e anche di questo siamo molto orgogliosi. Il nostro istituto turistico è piccolo ma straordinariamente attivo, e non abbiamo certo intenzione di fermarci».

Un cammino che il 22 febbraio porterà un angolo di Brescia fino nel cuore delle istituzioni, fino al cospetto del Capo dello Stato.

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