Bassa

Da «Le Iene» al tribunale: il caso catene divide

Liti continue tra i vicini di casa come testimoniato da un servizio della trasmissione tv che ha portato a livello nazionale un caso bresciano
Dal giudice. La diatriba tra i vicinidi Ghedi è finita in Tribunale
Dal giudice. La diatriba tra i vicinidi Ghedi è finita in Tribunale
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Le catene della discordia potrebbero essere tolte. Magari sostituite con due sbarre automatiche. Hanno tempo fino al 17 maggio per trovare un accordo i vicini di casa di Ghedi in lite da tre anni per la presenza di due catene posizionate da una famiglia fuori dalla propria abitazione, tra l’inizio e la fine della villetta.

«Per questioni di sicurezza» è stato spiegato. Nulla di illegale, ma di fatto rendono difficoltoso il passaggio di altre famiglie che abitano lungo la stessa via. Oltre a generare liti continue tra i vicini di casa come ha testimoniato un servizio della trasmissione «Le Iene» che ha portato a livello nazionale un caso bresciano segnato da insulti, aggressioni fisiche e verbali, contrasti continui e una serie incrociata ed infinita di denunce.

Di fatto chi abita nell’ultima villetta della via, per raggiungere casa deve scendere dall’auto, aprire il lucchetto della prima catena, poi il secondo, oltrepassare le catene e richiuderle. Guai poi per i pedoni scavalcarle.

«Scattano insulti e offese a ripetizione» raccontano testimoni e altri vicini di casa. Impossibile anche per il postino raggiungere le abitazioni. Ieri mattina davanti ai giudici del tribunale Civile non è stata trovata l’intesa, ma quantomeno i toni sono rimasti nella norma anche per la presenza delle forze dell’ordine che hanno presidiato la stanza dove si è svolta l’udienza. Le parti, almeno a parole, si sono dette disponibili ad un accordo che porti alla rimozione delle stesse catene. Fatto per altro già accaduto in passato, ma le «barriere» vennero poi riposizionate in un secondo momento.

L’intesa potrebbe essere sancita davanti al ritiro da entrambe le parti delle denunce depositate in questi anni di scontri tra vicini.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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