Concerto all’alba nel giardino segreto di Castello Bonoris
Torna, per la sua seconda edizione, il «Concerto all’alba» nel Giardino segreto del Castello Bonoris di Montichiari: l’appuntamento è per domenica 24 alle 6.30, quando l’ensemble «In Itinere» allieterà i partecipanti con musica medievale. A seguire ci sarà una colazione (ingresso: 5 euro).
L’evento è uno dei tanti segnali che suggeriscono l’intenzione di valorizzare il più possibile anche il verde del Castello, composto dal grande parco all’inglese e dal giardino segreto, tipico elemento del periodo Romantico. In questi anni, tante altre iniziative sono state promosse con questo intento: si pensi, all’arrivo della Piccola biblioteca (una casetta di libri e giochi), alle rievocazioni storiche, all’apertura per accogliere picnic in alcune occasioni, ma anche al fatto che il parco è sempre più fotografato nei post ufficiali di Montichiari musei ed è «narrato» dai documenti storici esposti al Museo Lechi nell’ambito della mostra organizzata per il centenario della morte del conte Bonoris.
Del resto, anche nelle volontà del conte gli spazi verdi non avevano affatto un ruolo da cornice. Si aggiunga che puntare sul valore storico e paesaggistico del parco potrebbe avere anche un’interessante risposta turistica, dato che, in altri Paesi, come Francia e Inghilterra, la visita e valorizzazione di parchi e giardini anche a fini turistici è consolidata.
Parco e giardino
Gli spazi verdi del maniero furono progettati dall’architetto Giuseppe Roda, erede di una dinastia di paesaggisti piemontesi legati alla Corte sabauda e professionista tra i più qualificati dell’epoca, già impiegato a Torino per i giardini di Palazzo Reale. «Fu incaricato dal conte Gaetano Bonoris per trasformare in un parco paesaggistico l’area di circa tre ettari che circonda il castello di Montichiari», spiega il direttore di Montichiari Musei, Paolo Boifava. Come «racconta» anche la preziosa planimetria progettuale acquerellata (eseguita da Roda) l’area del castello era minuziosamente organizzata: rispetto a oggi, il progetto cita un piazzale dedicato ai «giochi» pensato probabilmente per lo stesso conte o per intrattenere gli ospiti, strutture per la caccia, un pergolato di carpini, spazi per il relax come una capanna e una terrazza, un altro giardino formale con tanto di fontana e pure un labirinto. Inoltre, come attestano anche altri documenti rintracciati dallo stesso Boifava, senza dubbio c’erano l’orto e il frutteto: «Il conte si faceva inviare i prodotti alla residenza mantovana, mentre le eccedenze venivano vendute al mercato di Montichiari».
Il giardino segreto era un tipico elemento dei parchi ottocenteschi: difficile ricostruire nel dettaglio che fioriture fossero previste, ma oggi è arricchito da rose, ortensie, salvie ornamentali e agapanti, ed è previsto uno studio di ripensamento delle essenze. Il verde del Castello è anche «casa» di molti animali, come gli scoiattoli: «La nostra politica per il verde è evitare l’utilizzo di prodotti per le zanzare e per le malattie - spiega Boifava -. Da quando non se ne fa uso, è presente anche una colonia di scoiattoli».
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