Centraline sull’Oglio, il Parco fa ricorso contro le Province
Parco dell’Oglio Nord contro le Province di Brescia e Bergamo. Motivo del contendere (con un ricorso al Tribunale superiore delle acque pubbliche di Roma) è la costruzione di quattro centraline idroelettriche lungo il fiume, alla quale due Enti hanno dato il proprio assenso, nonostante il parere contrario del Parco.
«Non è una partita contro» spiegano il presidente del Parco, Luigi Ferrari, e quello di Federparchi Lombardia, Marzio Marzorati. In sintesi:siamo aperti al dialogo, siamo d’accordo sull’energia alternativa ma non possiamo tollerare un assalto; chiediamo linee guida da parte della Regione affinché si lavori sulla programmazione, non sia un sì o un no una richiesta per volta, ma si analizzi il contesto e soprattutto si lavori alla conoscenza dell’impatto del complesso delle centraline sorte e in fase di nascita riguardo all future esondazioni dell’Oglio.
Il fiume scorre a duecento metri dalla sede del Parco Oglio Nord dove si è tenuta lunedì la conferenza stampa. All’ordine del giorno la denuncia nei confronti delle Province di Bergamo e di Brescia. Non contro quella di Cremona: se Bergamo e Brescia sono favorevoli nonostante il Parco sia contrario, la provincia di Cremona, invece, dice sì solo se il Comune interessato alla centralina e il Parco sono d’accordo. Sono quattro gli impianti, tra Calcio e Roccafranca, contro cui il Parco ha fatto ricorso al Tribunale di Roma. Si affiancano anche l’Aipo, la massima istituzione sulla gestione del fiume, Legambiente e i sindaci che nel novembre scorso, all’unanimità, hanno votato il proprio sostegno al presidente per le attività amministrative che intenderà assumere, cercando di salvaguardare da un lato il ricorso all’energia alternativa e dall’altro la difesa dei valori del parco.
«Il Parco è favorevole allo sviluppo dell’energia alternativa - ribadiscono i vertici dell’Ente - ma stiamo assistendo ad un assalto. Con le Province di Brescia e Bergamo non riusciamo ad avere una convergenza: le due Province si trincerano dicendo che non possono dire di no altrimenti potrebbero subire l’assalto giudiziario delle aziende interessate. Non è vero, tanto che la Provincia di Cremona senza parere positivo del Parco e del Comune interessato, non rilascia parere favorevole. Chiediamo di fare uno studio complessivo, chiediamo un confronto con le aziende, con le Province e i Comuni. A malincuore si è ricorsi al Tribunale delle Acque a Roma. Ma, si sa, in fase di accordo, i ricorsi si possono ritirare».
È il tempo del dialogo, dicono tutti, non il tempo delle furberie da una parte o dall’altra. È necessario che si trovino convergenze con le Province. Non possono nascere opere in contrasto istituzionale, l’Oglio patirebbe e, prima o dopo, mostrerebbe il conto, a tutti.
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