Bassa

C'è gas nella Bassa? E quali sono i rischi? Il confronto è aperto

Dibattito tra i sindaci dei comuni coinvolti nel progetto Scarpizzolo e i responsabili della Cygam Energy, la società che sta mappando l'area
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C’è gas nella Bassa? E quanto? E ci sono rischi correlati all’estrazione eventuale di gas? Rischi legati al terremoto, ad esempio? Se si cava materiale dalle viscere della terra, questo il ragionamento, laggiù qualcosa si muove e sono guai. Andando nel concreto: il cosiddetto Progetto Scarpizzolo (ovvero la ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi su un'area di 109 chilometri quadrati della Bassa, da Barbariga a Verolavecchia, passando per Bassano Bresciano) può creare problemi a quest’ area? 

Se n’è parlato ieri in un incontro organizzato dal Colsa (Comitato osservatorio lombardo sismicità ambiente), in collaborazione con i sindaci dei 14 comuni coinvolti, guidati dal sindaco di S. Paolo, Giancarla Zernini. Presente anche il Ceo della Cygam Energy Italia Spa, Giuseppe Rigo, la società che sta mappando l’area. 

Ad aprire la serata, svoltasi nel municipio di S. Paolo, il sindaco Zernini. «Il progetto parte nel 2012. A settembre 2015 i sindaci dei comuni coinvolti hanno incontrato i rappresentanti della Cygam, società autorizzata dal Ministero dello Sviluppo economico a ricercare idrocarburi sul territorio.

Due le fasi: la prima, definita «programma sismico», prevede delle analisi di documenti sul nostro territorio già eseguiti dall'Eni negli anni passati. 

Se questi dati (due-tre anni i tempi di analisi) confermeranno l’esistenza di situazioni meritevoli di approfondimento, si passerà a un'eventuale seconda fase, denominata «programma perforazioni», che dovrà essere valutata». 

Spazio poi al confronto: da un lato l’ingegnere Giacomo Cangini del Colsa, che ha espresso la propria preoccupazione, sottolineando la presenza di sorgenti sismogeniche sul territorio. «In questi anni - dice Cangini - mi sono occupato della questione, poiché la Lombardia è interessata da numerose ricerche. Negli anni ho raccolto documenti. Nella nostra zona si sviluppa la zona sismogenica denominata Soncino, così come risulta dalle mappe rilasciate dall'Ingv (Istituto nazionale geofisica e vulcanologia). Questo fatto preoccupa. Altro segnale che genera perplessità riguarda una legge in cui si vieta la ricerca di shale gas con frattura idraulica. Perché è stata emanata questa legge? In alcuni documenti ufficiali si smentisce l'esistenza di shale gas, in altri alcune società ne ipotizzano la presenza». 

Sull’altro fronte troviamo la Cygam, con l'amministratore Giuseppe Rigo. «La nostra società si occupa di ricerca di idrocarburi, non di stoccaggio. La procedura che ha portato al conferimento di ricerca da parte del Ministero è durata quattro anni. Inizialmente acquisiremo i dati dall'Eni, che già in passato aveva svolto queste operazioni sul territorio. Con un lungo processo attualizzeremo questi dati e poi valuteremo la convenienza per un'eventuale esplorazione. Quest'ultima avverrà in un'area al massimo di un ettaro e mezzo, non coinvolgendo molti comuni. E poi no, non vi siano correlazioni tra ricerche e terremoti, come testimoniato dalle ricerche effettuate al Laboratorio Cavone in Emilia».
 
Spazio poi agli amministratori dei comuni coinvolti: presenti quelli di Borgo S. Giacomo, Longhena, Pompiano, Lograto, Mairano, Orzinuovi, Manerbio, Corzano, S. Paolo, Bassano, Offlaga, Dello e Verolavecchia. La richiesta è stata quella di avere chiarezza per le amministrazioni e per i cittadini. A chiudere la serata l'intervento del vicesindaco di Mairano, Filippo Ferrari: «Tutti siamo intenzionati a valorizzare il territorio: ci devono essere però coinvolgimento e condivisione per capire come proseguire. Spesso ci si ritrova di fronte a iniziative calate dall'alto. È positivo che l'azienda si sia confrontata. Il tema è delicato, da analizzare nel merito e nel contenuto, capendo vantaggi e svantaggi. La nostra Amministrazione è perplessa di fronte a tutto ciò: non si vede un vantaggio per la nostra comunità».

Nella Bassa, la ricerca non si fermerà al Progetto Scarpizzolo: c’è già il via libera alla ricerca per il Progetto San Gervasio. Non solo: a settembre la Exploenergy Srl ha presentato la domanda per ripartire con il Progetto Corzano, dopo che la Regione aveva archiviato la domanda lo scorso anno di un progetto simile, denominato Lograto. Entro sei mesi scopriremo se ci sarà il via libera al progetto. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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