Cave non bonificate: chiesti 2 anni per Zanola, Rosa e i manager
Due anni, per tutti, eccezion fatta per Giancarlo Merici. Si è conclusa con queste richieste l’ultima udienza del processo a carico degli ex sindaci di Montichiari Elena Zanola e Gianantonio Rosa, ma anche dei manager della Systema Srl Manlio Cerroni e Candido Saioni per la mancata bonifica di tre cave di Vighizzolo.
Il pubblico ministero Mauro Leo Tenaglia ritiene che escluso il primo, tutti gli altri debbano rispondere di abuso d’ufficio. Secondo la sua ricostruzione i due ex primi cittadini monteclarensi per consentire un ingiusto vantaggio patrimoniale all’azienda di Cerroni e Saioni (in concorso con loro) avrebbero violato le disposizioni che puniscono l’abbandono di rifiuti e impongono all’amministrazione comunale la bonifica di area inquinata.
L’abuso d’ufficio, per l’accusa si è concretizzato con la modifica degli accordi contrattuali tra Systema e Comune, in base ai quali quest’ultimo, a fine degli anni ’90 del secolo scorso, aveva riconosciuto alla prima la possibilità di utilizzare una cava, in cambio della riqualificazione delle altre tre: la Baratti, la Accini e la Bicelli. Assicurando alla Systema la possibilità di mettere in sicurezza i siti inquinati da diversi decenni, senza procedere alla rimozione dei rifiuti, l’amministrazione comunale monteclarense per il pm fece a Saioni e Cerroni un regalo di diverse decine di milioni di euro.
Una verità, quella dell’accusa, che le difese degli imputati respingono fermamente. I difensori dei manager (gli avvocati Alessandro Stefana e Antonio Poerio) hanno ricordato che fu un cambio normativo, indipendente dalla volontà degli attori della partita, a rendere del tutto antieconomica l’intrapresa della Systema a Vighizzolo in caso di bonifica e a motivare la modifica delle condizioni di riqualificazioni delle tre cave.
Il legale di Gianantonio Rosa (l’avvocato Giorgio Gallico) ha ricordato che il suo assistito all’epoca in cui secondo l’accusa l’abuso si sarebbe concretizzato era vicesindaco e non aveva alcun ruolo decisionale in Comune, mentre il difensore di Elena Zanola (l’avvocato Patrizia Zanetti) ha sottolineato come non si possa parlare di omissione di atti d’ufficio da parte della sua assistita.
Raccolte le conclusioni di accusa e difesa il presidente Roberto Spanò ha aggiornato il processo al prossimo 16 luglio. In programma repliche e sentenza.
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