Castrezzato in zona rossa: «Speriamo almeno che serva»

«Amò?». Sì, di nuovo. Fuori del locale in piazza Zammarchi un paio di amici mangiano l’ultimo trancio di pizza. Non conoscono ancora la notizia. «Amò zona rossa? Ma siamo messi così male?». Sì, Castrezzato è messo davvero male, la variante inglese viaggia troppo veloce e va fermata. «Mah, speriamo che serva a qualcosa», commenta l’amico vicino fra l’incredulo e il perplesso. Ore 21 di un martedì non qualsiasi per Castrezzato.
Bollino rosso deciso in serata dalla Regione, la prima volta di un singolo Comune bresciano. Dieci giorni fa si ipotizzava Corzano, anch’esso colpito dalle trasformazioni del Covid, ma è toccato a Castrezzato dove la situazione è andata velocemente deteriorandosi. Qui aleggia il fantasma della morsa di Codogno, ma non sarà la stessa cosa.
«Meno male», dicono insieme marito e moglie con i cani al seguito. E anche loro aggiungono subito l’auspicio: «Speriamo bene». Il centro del paese è vuoto, non deserto. Nella piazzetta dietro la chiesa, sotto il porticato, c’è un gruppo di ragazzi. «Abbiamo saputo la notizia, rispetteremo le norme» garantiscono. Intanto, però, stanno vicinissimi e la mascherina è un orpello. Il loro chiasso allegro è l’unico suono che rompe il silenzio della sera. In centro sono aperti alcuni locali da asporto, con un certo movimento. Alcuni esercenti sanno, altri no e restano a bocca aperta, sconsolati quando apprendono. E reagiscono alla stessa maniera: «Ancora?». Niente dialetto perché sono soprattutto stranieri, ma la sorpresa è identica.
Il rosso corre via wathsapp. Manuela gestisce il Caffè dei Portici in centro. «Ho il cellulare intasato di messaggi degli altri commercianti in subbuglio, che protestano e chiedono spiegazioni», dice. «Il sindaco ha spiegato loro che non c’è niente da fare». L’ennesima chiusura è una bastonata, «ma viene prima la salute.
A Castrezzato l’epidemia sta dilagando: cosa possiamo fare?». Manuela allarga le braccia e si concede una battuta amara: «Speriamo nei draghetti...». Che il premier acceleri le vaccinazioni e predisponga adeguati ristori. Ieri mattina, al mercato settimanale, è stato un mortorio. Pochissimo movimento. Del resto, fra i contagiati, le persone in quarantena e chi ha scelto la prudenza, non resta molto. Nelle ultime giornate le persone in giro sono progressivamente diminuite con il crescere dell’allarme.
Il parroco, don Mario Stoppani, invita i castrezzatesi «ad essere pazienti, a rispettare le norme, ad osservare le prescrizioni per evitare i contagi. Bisogna tutelare la propria salute e quella degli altri». La zona rossa rende inutile l’ordinanza di ieri del sindaco Giovanni Aldi che vietava alla popolazione i comportamenti più rischio, imponendo la distanza nei luoghi aperti al pubblico e impediva la sosta all’esterno dei locali.
In aggiunta alle chiusure dei parchi e soprattutto delle scuole già decise nei giorni scorsi. Una progressione dalla fine di gennaio che annunciava nulla di buono. Consumatori di piadine, pizze e kebab da asporto a parte, nella serata che anticipa il ritorno del lockdown nelle vie ci sono soltanto alcuni gruppi di ragazzi. L’età che dovrebbe essere più attenta a non ricevere e poi trasmettere il virus. «Se staremo a casa rispettando le regole? Certo», dice uno della compagnia accampata vicino al municipio. «Chiusi fino al 24? Se ce lo ordinano dobbiamo farlo per il bene nostro, dei nostri figli e dei nonni», commenta una signora che sta depositando il bidoncino della raccolta differenziata sulla via. La mascherina ben tirata sul naso.
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