Bassa

Castel Mella, con il Pcb ecco nuovi divieti

Dopo le ultime analisi, il sindaco ha emesso un’ordinanza che impone ulteriori restrizioni all’uso dei terreni nella zona inquinata
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Pcb a Castel Mella, il livello di attenzione torna alto. E i divieti interessano ora anche le coltivazioni agricole. Le nuove analisi dell’Arpa promosse nei mesi scorsi in tutta la zona inquinata hanno infatti imposto al Comune di emettere una nuova ordinanza restrittiva, che si somma a quelle già operative da anni. In paese l’area interessata da inquinamento da Pcb è quella delimitata dalla Tangenziale Sud (Fornaci) e da viale Caduti del Lavoro per proseguire poi verso Colorne fino a Capriano. Questo perché in questa zona scorre la roggia Sorbanella che capta le acque da un altro corso d’acqua proveniente dalla zona di via Milano, dove si trovava appunto la Caffaro.

Oltre ai limiti già vigenti dal 2005 e dal 2007, dal 1° agosto al 31 dicembre sarà vigente l’ordinanza relativa ai suoli agricoli posti ad est del fiume Mella, a nord e sud di via Caduti del Lavoro e a ovest di via Quinzano. Questo «alla luce dei risultati delle analisi della campagna di campionamento 2013/2014 comunicati dall’Arpa dal quale si evince la contaminazione dei terreni analizzati con metalli pesanti, Pcb e diossine».

Nell’area delimitata sono vietate l’aratura, il dissodamento e ogni altra operazione che comporti il contatto con il terreno o l’inalazione di polveri da esso provenienti; è vietato asportare e scavare terreno; utilizzare l’acqua delle rogge che scorrono nella zona; vietato anche curare l’alveo dei fossati così come pescare nelle rogge. Confermato poi il divieto di allevare in spazi aperti animali da cortile destinati direttamente all’alimentazione umana (polli, conigli, galline) e uova; sulle sponde del Mella divieto di pascolo di animali; è vietata la coltivazione di ortaggi.

Nelle aree in esame potrà essere consentita la coltivazione di frumento, mais, orzo e in genere graminacee per la produzione di sola granella in base a limiti precisi: al momento della maturazione potrà essere raccolta, appunto, la sola granella, le rimanenti parti della pianta, non arabili sul posto, dovranno essere portate all’inceneritore; prima di qualsiasi uso alimentare diretto e indiretto la granella dovrà essere sottoposta ad analisi chimica per verificarne l’assenza di contaminazione. Il sollevamento di polveri durante le lavorazioni agricole dovrà essere impedito.

Corrado Consolandi

 

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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