Bassa

Caso Wte: toccherà alla Provincia analizzare i campi coi fanghi contestati

Accolto il ricorso fatto dell’azienda contro un provvedimento del Comune di Lonato di rimozione e ripristino
La Wte è indagata per traffico illecito di rifiuti e gestione di rifiuti non autorizzata - © www.giornaledibrescia.it
La Wte è indagata per traffico illecito di rifiuti e gestione di rifiuti non autorizzata - © www.giornaledibrescia.it
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La Provincia di Brescia dovrà farsi carico di analizzare i quattordici ettari di terreno agricolo nel territorio del Comune di Lonato sui quali la Wte ha sparso quei gessi di defecazione finiti nel mirino della procura di Brescia perché ritenuti illegali. 

A tre settimane dall’avvio dell’udienza preliminare a carico di 17 persone e sette aziende, fissata dal gip Cristian Colombo per il prossimo 5 aprile, nei giorni scorsi è stato il Tar di Brescia a pronunciarsi su un ricorso presentato dalla Wte, sotto amministrazione giudiziaria da due anni, contro il Comune di Lonato.

Al tribunale amministrativo l’azienda bresciana proprietaria di tre sedi a Calvisano, Calcinato e Quinzano, ha chiesto l’annullamento dell’ordinanza con la quale nel dicembre del 2022 il Comune gardesano imponeva alla Wte e alle aziende agricole coinvolte nello spargimento dei fanghi ritenuti illegali, entro 90 giorni, la rimozione dei rifiuti, il recupero e smaltimento e il ripristino dei luoghi interessati dal presunto inquinamento.

Sul terreno

Sulle modalità di bonifica delle aree interessate da questi spandimenti - 150mila tonnellate di presunti fanghi illegali, versati tra gennaio 2018 e agosto 2019, su terreni agricoli di 78 Comuni tra Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna - nel febbraio del 2022 era intervenuta l’Arpa, che aveva stabilito doversi intendere rifiuto tutto il terreno «coincidente con lo spessore dell’aratro». In pratica tutta la terra mescolata con i gessi di defecazione ritenuti non conformi alla normativa deve essere rimossa per circa 50 cm. Solo per i 140mila metri quadrati dei terreni agricoli di Lonato vorrebbe dire asportare 60mila metri cubi di terra

Il ricorso

Nel ricorso proposto al Tar, la Wte, oltre a negare che quei gessi costituiscano rifiuto, ha introdotto un tema dirimente, cioè «se sia possibile - scrivono i giudici - qualificare come rifiuto tutto il terreno su cui finirono a suo tempo sversati i gessi, \[...\] e non piuttosto concludere che l’area interessata sia potenzialmente inquinata e dunque suscettibile di caratterizzazione e bonifica con competenza provinciale».

Il Tar di via Zima, presidente Angelo Gabbricci, ha accolto parzialmente il ricorso, sospeso provvisoriamente l’esecuzione dell’ordinanza del Comune di Lonato e imposto alla Provincia di completare le indagini.

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