Caso Green Hill, chiesta l'archiviazione

Una radiografia completa. Nessuna irregolarità. Queste le ragioni che hanno spinto la Procura della Repubblica di Brescia a chiedere al Gip l’archiviazione delle accuse per maltrattamento di animali (art. 544 ter del Codice Penale) aperto a carico di Ghislaine Rondot, legale rappresentante di Green Hill, l’allevamento di cani Beagle che ha attirato a Montichiari migliaia di animalisti da tutta Italia.
A differenza di quanto sostenuto dai manifestanti che arrivarono ad accamparsi sul tetto dell’allevamento e ad incatenarsi per chiedere alle istituzioni di chiuderlo, l’accusa ritiene che all’interno di Green Hill nessuna legge sia stata violata. Diversi accessi, anche a sorpresa, del personale Asl, dell’Istituto Zooprofilattico, ma anche di Polizia Locale e degli agenti della Digos hanno restituito al procuratore aggiunto Sandro Raimondi un quadro dal quale emerge che le centinaia di cuccioli allevati, alcuni come consente la legge anche a scopo sperimentale, sono nutriti, curati e registrati come prevede la legge. Gli spazi dell’allevamento risultano idonei al movimento dei cani, ma anche puliti e adeguatamente manutenuti. Anche la registrazione dei cuccioli, stando a quanto verificato dalla Procura, è avvenuta conformemente alle disposizioni contenute nella direttiva Cee recepita dall’ordinamento italiano.
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