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Botulino gli uccide la mandria, mucche in regalo dagli allevatori

Le mucche donate non solo dai colleghi del Bresciano, capi adulti e vitelli arrivano anche da Mantova, Cremona e Lodi
  • Mandria sterminata dal botulino, gara di generosità
    Mandria sterminata dal botulino, gara di generosità
  • Mandria sterminata dal botulino, gara di generosità
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    Mandria sterminata dal botulino, gara di generosità
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La proverbiale generosità dei bresciani non è stata sterminata dalla pandemia. Qui si parla sì di morte, di paura, ma anche di sostegno e rinascita. E il Covid non c’entra.

È stato infatti il botulino a uccidere la mandria, 38 mucche, di Gianpaolo Zani. E così una 50ina di allevatori si sono prodigati per aiutare l’allevatore di Pralboino e hanno inviato a cascina Rezzano alcuni dei loro animali.

«Il batterio si è diffuso tra i miei animali e purtroppo, di 41 vacche - racconta Zani - se ne sono salvate solo tre. È stato drammatico. Tutto è iniziato il 14 novembre - racconta Zani -, quando ho notato che alcuni animali avevano dei disturbi, non riuscivano più ad alzarsi. La prima cosa che ho fatto è stata quella di cambiar loro alimentazione e subito dopo ho chiamato la veterinaria. È stata lei a spiegarmi che questa situazione è rarissima, ed è causata da un batterio che si annida e prolifera nel "fasciato" a causa della contaminazione di un animale morto che, probabilmente, ci era finito dentro. Mi aveva preparato al peggio e così è stato». 

Un colpo duro: «Un immenso dispiacere oltre che un grossissimo danno. Parliamo di centinaia di migliaia di euro». 

La disgrazia ha generato però un'incredibile gara di solidarietà. Grazie al passaparola infatti moltissimi agricoltori sono venuti a sapere cosa era successo nella cascina di Zani così hanno iniziato a donargli gli animali. «Non ci sono parole - conclude l'allevatore - per esprimere quanto sia stato essenziale e prezioso l'aiuto che i miei colleghi».

A poco a poco la stalla della cascina Rezzano a Pralboino così si sta ripopolando: «Ci sono state consegnate una ventina di vacche, ma nel giro di poco tempo dovrebbero arrivare anche le altre, circa una trentina - raccontano entusiasti i coniugi Zani, Gianpaolo e la moglie Lia -. Sono moltissimi i colleghi che ci stanno aiutando, tanti non li conosciamo nemmeno, abitano anche fuori provincia: Mantova, Cremona, addirittura Lodi. Finalmente dopo un mese che sono fermo posso iniziare nuovamente a mungere e produrre latte».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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