Bloccato nell'auto ribaltata: ho chiesto aiuto, ma...
Indifferenza, umanità e tenerezza dopo un incidente in una mattina di pioggia. Il racconto di una lettrice
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Un’automobile perde aderenza in curva e finisce nel fosso ribaltata. Sembra l’inizio di uno di quei (purtroppo) numerosissimi pezzi che scriviamo per darvi notizia di incidenti sulle strade bresciane. Invece, stavolta, è l’attacco di una storia di umanità e tenerezza.
L’incidente ha avuto luogo qualche giorno fa, sulla via che collega Brandico a Longhena. Era una di quelle mattine in cui pioveva che sembrava novembre. Il racconto viene da una nostra lettrice della Bassa.
Dopo la palestra, la ragazza torna a casa con la madre. Durante il viaggio si accorge dell’auto ribaltata, all’altezza di una curva storicamente insidiosa. È nel fosso, certo, ma non puoi non vederla. Dentro c’è un ragazzo di colore. Stava andando al lavoro, ha perso il controllo ed è finito fuori. Non s’è fatto particolarmente male, ma non riesce ad aprire la portiera dell’utilitaria e resta imprigionato.
Madre e figlia si fermano. Piove a dirotto. Provano ad aiutarlo, ma ci vuole forza e stazza per sollevare la portiera. Chiamano il 118 e intanto cercano aiuto. Passa un’auto, ma nessuno si ferma. L’uomo resta dentro. E non è tranquillizzante restare bloccato in un’auto che fuma dopo uno schianto. Passano altre due vetture. La ragazza si sbraccia. Ancora nulla. Si va avanti così per un po’. Una decina di auto. Tutte tirano dritto, finché un camionista, anche lui extracomunitario, accosta e si offre per dare una mano.
Il ragazzo, poco dopo, spinge a più non posso e riesce a uscire dall’abitacolo. Guarda la giovane. Tira un sospiro di sollievo.
Tecnicamente, stando alle norme e cercando di interpretare la dinamica della situazione, chi è passato oltre non è responsabile di omissione di soccorso. Qualcuno, infatti, si era già fermato e, com’è successo, aveva già allertato i soccorsi. A preoccupare la nostra lettrice, nella denuncia del fatto, è il menefreghismo. Atteggiamento non normato dai codici, ma che nemmeno dovrebbe essere scritto in alcun comma del testo unico sulla buona educazione.
O sulla galanteria. Quella mostrata invece dal giovane dopo l’incidente. «Non dovevi stare qui a prendere tutta questa pioggia per me - ha detto alla ragazza -. Guarda che così prendi l’influenza. Grazie di cuore, ma ora torna in auto».
Daniele Ardenghi
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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