Bitumificio, il Tar «rimanda» il progetto
Il progetto di una cava e di un bitumificio a Montirone continua a tenere acceso il dibattito. E a scaldare gli animi. Che il tema sia molto sentito lo si è visto anche durante la serata organizzata dal circolo Legambiente «La nostra Terra Ghedi-Borgosatollo-Montirone-Castenedolo», un incontro per informare i cittadini, appunto, riguardo al nuovo bitumificio che dovrebbe sorgere, insieme a una cava, sull’ex cascina Betulla. Numerose persone sono arrivate anche dai paesi vicini.
E proprio all’inizio dell’incontro è stata data la notizia che il Tar ha respinto il ricorso del gruppo Faustini contro la Provincia, che aveva negato l’autorizzazione a procedere per la realizzazione del nuovo impianto. Sarà quindi necessario per l’azienda chiedere una nuova valutazione di impatto ambientale, in quanto rispetto al progetto originale è stata aggiunta una componente prima non prevista, appunto la fabbrica di asfalti, che andrebbe pesantemente a incidere sul territorio.
Durante l’assemblea hanno trovato poi spazio le relazioni del dottor Federico Balestreri sui danni alla salute che questo tipo di fabbriche portano alla salute dei cittadini e di Gabriele Pellegrini, direttivo Legambiente Lombardia.
«Siamo soddisfatti - ha commentato proprio Pellegrini - perché il progetto del bitumificio ha subito una battuta di arresto. Abbiamo partecipato con fatica alle varie conferenze dei servizi e riteniamo ci sia stata pochissima trasparenza sulla faccenda». Sul fronte politico, Piergiorgio Ferraro, consigliere di minoranza a Montirone, che ha spiegato: «L’autorizzazione all’escavazione è stata rilasciata dalla Provincia in data 11 luglio 2014, senza alcun parere contrario dell’Amministrazione durante il lungo iter di approvazione, la presentazione del progetto risale al 2011, e segnalo che l’Amministrazione Lazzaroni è in carica dal 2009. Come si può affermare che la questione bitumificio sia stata una sorpresa quando, già nella convezione stipulata nel mese di settembre 2014 dal Comune è espressamente indicato che "l’Amministrazione comunale esprime, fin da ora, il proprio parere favorevole... alla disposta ricollocazione aziendale che prevede, tra l’altro, di procedere allo smantellamento degli impianti di escavazione, di lavorazione e valorizzazione dei materiali inerti estratti, di produzione di asfalto e calcestruzzo". L’iter della vicenda è stato questo».
Secondo molti cittadini però, la cosa più grave è che in tutto questo tempo, con riferimento soprattutto agli ultimi mesi, non c’è stata alcuna comunicazione dell’Amministrazione, guidata dal sindaco Francesco Lazzaroni: «Il paese voleva quantomeno la possibilità di conoscere la situazione - ha concluso Ferraro -. Invece nessun incontro, nessuna informativa. Il nulla più totale». Il circolo di Legambiente ha poi ribadito che dal canto suo si è invece sempre speso per conoscere, e far conoscere, i fatti. Ora non resta che attendere i prossimi sviluppi, certamente la parola fine è ancora lontana dall’essere scritta.
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