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Biglietti gratis all’agente: «Regalie, ma non corruzione»

Così è stato assolto l’ex capo della Polizia Stradale di Chiari, finito nell’inchiesta Scarface sul presunto giro di riciclaggio di denaro
Si è chiuso il processo in abbreviato, mentre è ancora in corso il dibattimento per i principali coinvolti nell’inchiesta Scarface -  © www.giornaledibrescia.it
Si è chiuso il processo in abbreviato, mentre è ancora in corso il dibattimento per i principali coinvolti nell’inchiesta Scarface - © www.giornaledibrescia.it
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Ruotava tutto attorno «al sistema Mura». E alla figura dell’imprenditore delle tv, in carcere da oltre un anno, «del quale risaltano le capacità manipolatorie e l’assenza di scrupoli nel perseguimento dei suoi scopi criminosi». Lo scrive il gup Francesca Grassani nelle oltre 80 pagine di motivazioni della sentenza di primo grado a carico degli undici imputati che avevano scelto il rito abbreviato nell’ambito dell’inchiesta Scarface, l’indagine che aveva smascherato un presunto giro di riciclaggio di denaro attraverso soprattutto il gioco del Lotto, con Francesco Mura, inquadrato come capo del sodalizio e vicino a soggetti legati alla ’ndrina Barbaro Papalia.

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Su undici imputati, cinque erano stati condannati e sei assolti. C’è chi sapeva delle attività economiche illecite di Mura e lo ha comunque affiancato e chi invece avrebbe agito in buona fede. Come la dipendente di banca che ha ammesso di aver intestato carte prepagate su ordine di Mura - che le usava per far transitare il denaro riciclato - senza segnalare le operazioni sospette. E che è stata assolta perché «si è adeguata - scrive il gup - ad una prassi esecrabile praticata all’interno della sua filiale il cui contrasto con le stringenti prescrizioni delle norme antiriciclaggio previste dalla legge è di chiara evidenza, ma nulla più». Il poliziotto assolto.

Tra coloro che sono usciti senza colpe dal processo in abbreviato, c’è anche l’ex comandante della Polizia stradale di Chiari Sergio Motterlini che era accusato di corruzione. Per chi indagò aveva ottenuto da Mura biglietti per assistere in tribuna Boniperti ad alcune partite della Juventus. In occasione di Juve-Inter del 7 dicembre 2018, andò allo stadio - era la contestazione - in cambio di un presunto intervento del poliziotto per evitare il ritiro della patente all’imprenditore, fermato da agenti della Polizia stradale di Chiari due giorni prima della partita, lungo la Brebemi a bordo della sua Maserati a velocità ben oltre i limiti.

Motterlini, in pensione da febbraio 2020, dopo una telefonata ricevuta da Mura intercettato in quel momento, aveva effettivamente chiamato i due agenti che avevano fermato l’imprenditore, così come aveva - 48 ore più tardi - accettato i biglietti offerti e restituiti dopo la gara «fuori dagli uffici per evitare eventuali contatti con i due agenti che avevano effettuato il controllo su strada». Il pm aveva chiesto per il poliziotto la condanna a più di due anni, ma il gup lo ha assolto «perché il fatto non sussiste».

«Non è ravvisabile alcun patto illecito, quanto piuttosto - scrive il gup - dal lato di Mura, emerge la sicura abilità ad introdursi in contesti sociali dai quali poter trarre utilità personali, anche in termini di ostentazione di amicizie e conoscenze, dal lato di Motterlini la esecrabile propensione alla lusinga e al malinteso riconoscimento sociale del proprio ruolo di potere». Il biglietto per lo Juventus Stadium non fu un gesto per corrompere il pubblico ufficiale, «ma - si legge nella sentenza - più semplicemente una regalia censurabile per profili estranei all’ambito penale».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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