Bagnolo, valzer degli orari per la sala giochi
Orario ridotto delle sale giochi? Il Tar dà ragione ai gestori della «Casa da giuoco», così si chiama, di Bagnolo che hanno impugnato l'ordinanza con la quale il sindaco aveva imposto alle sale giochi di chiudere alle 20 anziché alle 22.30.
Il responso del Tribunale non è definitivo essendo state fissate per il 18 luglio discussione e sentenza, ma rappresenta un'importante tappa in questa querelle sollevata dalla Service International Srl che, appunto, gestisce la «Casa da giuoco» aperta lo scorso settembre e abbracciata anche dagli operatori della sala giochi di via Leno.
Il ricorso, come dicevamo, fa riferimento all'ordinanza del sindaco Cristina Almici che ha fissato l'orario massimo di apertura delle case da gioco dalle 10 alle 20, seguita da apposito regolamento, approvato in Consiglio comunale, per la disciplina di quelle attività.
Angelo Barbieri, titolare della «Casa da giuoco», con il collega Dario Baranzelli, spiega: «Abbiamo fatto ricorso al Tar perché ci è sembrato che gli orari fissati dal Comune fossero arbitrari e ledessero gli interessi legittimi del nostro esercizio pubblico. Tanto più che le motivazioni della scelta dell'Amministrativa, a nostro parere, sono opinabili».
Dunque, l'ordinanza e il regolamento prevedono che l'uso delle new slots, cioè gli apparecchi di intrattenimento con vincita in denaro, possa iniziare alle 10 per terminare alle 20. Sostanzialmente a determinare tale scelta è stata una preoccupazione di carattere sociale, confutata nel ricorso dai gestori della «Sala da giuoco», che si sentono di aggiungere: «Abbiamo perso l'abituale clientela, che era quella serale. Anche perché, affermano, l'utenza minore, che poi è anche quella più fragile - pensionati, donne che vanno a fare la spesa -, più facilmente accede ad una slot in tabaccheria o in un bar».
Effettivamente, il Tar in questo primo parziale pronunciamento, condivide le ragioni della Service International riguardo alla penalizzazione dei gestori: «L'interesse dell'esercente - si legge nell'ordinanza - sembra essere stato indebitamente sacrificato rispetto ai pur rilevanti interessi di natura sociale perseguiti dall'Amministrazione». E perciò, sempre in forma ipotetica, sembra affiorare vizio per «omesso congruo bilanciamento dei valori coinvolti».
«Ora, in attesa della sentenza - spiegano Barbieri e Baranzelli - possiamo tenere aperto dalle 10 del mattino alle 22,30 della sera».
Dal canto suo il sindaco di Bagnolo Cristina Almici, nonostante l'ordinanza del Tar si scontri con il suo provvedimento, si dice soddisfatta in quanto almeno un limite (anche se non è quello delle 20.30) è stato imposto: «Ora in merito alla questione vorremmo adottare una linea di condivisione con gli operatori di categoria. La nostra scelta, con l'appoggio della sentenza del Tar, potrebbe dettare una linea di intervento per pubbliche Amministrazioni che già hanno manifestato interesse al nostro operato». E l'assessore alla Sicurezza, Pietro Sturla aggiunge: «Ora in concerto con la Polizia locale struttureremo al meglio una linea di intervento perché quanto stabilito venga rispettato».
Lina Agnelli
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