Bassa

Bagnolo Mella, il bando per il comandante finisce in Procura

Il sostituto procuratore ha aperto un'inchiesta sul concorso per il vertice della Polizia locale vinto da Basma Bouzid
BAGNOLO, IL BANDO IN PROCURA
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Alla nomina, ora congelata, era seguita una polemica sul piano politico e amministrativo. Ora si aggiunge un’inchiesta che deve far luce sul concorso pubblico per il ruolo di comandante della Polizia locale di Bagnolo Mella. Vinto da Basma Bouzid, 40enne nata a Tunisi ma cittadina italiana, dal 14 luglio 2009 nella Polizia locale di Gargnano di cui è diventata anche comandante.

Il sostituto procuratore Ambrogio Cassiani ha acquisito tutta la documentazione relativa al concorso per verificare la correttezza della procedura. Indaga per abuso d’ufficio. Sotto la lente di ingrandimento sono finiti i tempi di apertura e chiusura del concorso, i documenti allegati dai partecipanti e il rispetto delle normative. La magistratura vuole cioè escludere che il bando pubblico possa essere stato cucito addosso ad un partecipante già individuato come vincitore.

C’è la questione politica, con Basma Bouzid vicina a Giuseppe Romele, che è capo politico, in Fratelli di Italia, del sindaco di Bagnolo Mella Cristina Almici. «Basma è la mia collaboratrice - spiega Romele -. È una militante del partito, ma ha semplicemente partecipato ad un concorso pubblico. Da parte mia nessuna sponsorizzazione, stiamo parlando di cose delicate e devono essere rispettare le regole» dice Romele da noi contattato.

Sulle regole la magistratura vuole fare luce a partire dai titoli di studi della poliziotta. La donna ha conseguito una laurea triennale in Economia a Cartagine, in Tunisia. Titolo per il quale la comandante ha presentato un atto di presunta equipollenza rilasciato dall’istituto francese Enic Naric. Secondo Giampaolo Brozzi, segretario generale del Comune di Bagnolo Mella, l’atto francese rende valida la laurea tunisina anche in Italia e quindi Basma Bouzid avrebbe rispettato il requisito sui titoli di studi. Il documento francese indica però il contrario: «Il certificato - si legge sul documento - non costituisce autorizzazione ad esercitare una professione e la procedura di valutazione non include l’autenticazione sistematica dei diplomi stranieri presentati dal titolare».

 

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