Aumentano i focolai di aviaria nella Bassa: altri abbattimenti
Sono una decina i focolai di influenza aviaria accertati nella nostra provincia e tutti, per ora, concentrati nella Bassa bresciana. In incremento anche i casi sospetti. Numeri che hanno messo in allarme gli allevatori e che mettono in evidenza come il centro del contagio sia concentro a sud-est della provincia, tra San Gervasio, Pralboino, Pavone del Mella e Milzano. I focolai fino al 5 dicembre «sono stati tutti gestiti e risolti - fanno sapere da Ats -. Ne restano attivi solo tre del 6 dicembre, situazioni che saranno chiuse entro la fine di questa settimana e si concentrano tutti nel territorio della Bassa bresciana».
I dati elaborati dal Centro di referenza nazionale per l'influenza aviaria e la malattia di Newcastle confermano la presenza di virus influenzale del sottotipo H5N1 ad alta patogenità (HPAI). Nel Bresciano il primo caso registrato è del 16 novembre scorso. La categoria di animali maggiormente colpita continua ad essere quella dei tacchini da carne, ma sono stati trovati casi di positività anche in allevamenti di broiler (polli da carne), di anatre e di laying hen (galline ovaiole). Il Crn nella bassa ha riscontrato l'H5N1 anche nella fauna selvatica, in un Germano reale e in un Fischione nella bassa e uno sul Sebino.
«Al di là di questa crescita esponenziale, che riflette poi l'andamento del Veneto - spiega Gabriele Trebeschi, direttore di Confagricoltura Brescia -, siamo in costante contatto con l'assessore regionale Fabio Rolfi con il quale abbiamo condiviso la necessità di convocare un tavolo ad hoc per discutere del problema che sta investendo la nostra provincia, magari coinvolgendo anche i sindaci. Inoltre sono già arrivate alcune indicazioni dall'unita organizzativa veterinaria, che fa parte della direzione generale Salute della Regione Lombardia, rispetto al rafforzamento dei controlli e una risposta confrontate dal ministro alle Politiche agricole alimentari e forestali Stefano Patuanelli che a un'interrogazione presentata alla Camera pochi giorni fa ha risposto spiegando di essersi attivati sia sul fronte sanitario che su quello economico per attivare i sostegni al comparto con i finanziamenti dell'Unione Europea per i danni indiretti subiti nel settore delle uova e nelle carni di pollame».
Il numero di avicoli abbattuti è in continuo aumento tanto da aver superato la soglia delle centinaia di migliaia di capi. «Teniamo sempre alta l'attenzione verso la questione aviaria, oggi più che mai - questo quanto detto dal vicedirettore Coldiretti Brescia Mauro Belloli -. La speranza che i pochi focolai potessero rimanere casi isolati, purtroppo, sta venendo meno. Sia gli enti sia gli allevatori stanno comunque facendo il possibile applicando tutte le misure di biosicurezza. Il crescere dei numeri ci porta però a chiedere con celerità gli indennizzi dei danni diretti e anche a non perdere tempo sui provvedimenti per i fermi aziendali».
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