Bassa

Asta benefica, nessuna offerta per l'asino Pippo

Ma tutti gli altri pezzi all'incanto sono stati venduti: il ricavato servirà per sistemare la chiesa, a partire dal tetto
Il banditore Mario Sedassari offre la mercanzia
Il banditore Mario Sedassari offre la mercanzia
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Una sola puntata è andata buca: quella per aggiudicarsi l’asinello Pippo. Il mansueto quadrupede mancava da 25 anni fra i premi dell’incanto di Gambara, la tradizionale asta a scopo benefico che si tiene nella serata del 16 agosto nella piazzetta dietro la chiesa del Suffragio, Per questo si considerava una preda ambita, ma così non è stato. Vuoi il cambiamento di abitudini, vuoi l’assenza di estimatori del settore, vuoi le restrizioni imposte dalle nuove normative, nessuno si è fatto avanti per portarselo a casa. Per gli organizzatori nessun rimpianto, anzi… Il somarello, rimarrà in dotazione alla canonica. Si utilizzerà per Santa Lucia e per far felici i bimbi.

Fatto salvo questo, e l’assenza per motivi sanitari di pennuti, l’incanto gambarese ha rispettato i canoni di sempre. La serata è filata via a suon di lanci e rilanci, colpi di mazzetta per l’assegnazione dei premi ai migliori offerenti. A dirigere le danze dall’alto del palchetto (addobbato di insaccati), debitamente illuminato, sempre lui, Mario Sedassari, banditore loquace, gran sarcasmo e tanta ironia, capace di esaltare i prodotti da porre in sfida decantandoli come pezzi d’oro. E di roba da far passare di mano, dopo offerte e contro offerte era tanta e variegata.

Anche in questo caso la generosità gambarese ha dato il meglio nell’offrire il molto da porre all’incanto. Una generosità ricambiata dall’esito dell’asta, che ha visto scorrere davanti alla nutrita platea, accomodata sulle oltre 400 seggiole disposte nello slargo e molti in piedi, una miriade di premi da rincorrere: originali, curiosi e anche tutti utili. Si parla di una trentina di torte, damigiane di vino, quattro vitelli, due scrofe, un maiale, oltre al somaro Pippo; e ancora, salami, prugne, zucche, patate, farina , mangimi e così via. Perfino una macchina da cucire Singer, un mortaio di marmo fatto a mano e tanto altro. Insomma ci sono volute 65 battute per esaurire il raccolto, consumate in tre ore di concitata allegria e divertimento, ad attestare un’altra volta il successo di un evento che riesce sempre a fodere divertimento, spettacolo e solidarietà.

A beneficiare del ricavato le opere parrocchiali, nel contesto, il tetto della parrocchiale che dovrà essere rivisitato. Una serata quindi proprio di incanto, suggestiva che si è aperta con il classico saluto echeggiato dal pubblico e la prima proposta di disputa basata su un «pacco dono» fatto da 1 sacco di mangime, sacco di patate, cassetta di prugne (colte direttamente dalla pianta in un frutteto gambarese), due zucche, confezione di farina, concime per fiori, spumiglie e fiori. Prezzo di lancio euro 15; assegnato a euro 26, ai seguito dei tre colpi di mazza. E questo è stato solo un anticipo del susseguirsi di proposte fatte a raffica a suon di risate, colpi di scena e soprattutto gran voglia di solidarietà.

 

 

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