Bassa

Arte cinquecentesca e archeologia dialogano nel nuovo MuArc di Remedello

Il Museo Civico svelato dopo 4 anni: protagonista l’unica sepoltura trovata in paese dell’Età del rame
La «Sistina della Bassa» e la nuova esposizione - © www.giornaledibrescia.it
La «Sistina della Bassa» e la nuova esposizione - © www.giornaledibrescia.it
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«Trovare spunti per guardare al presente anche attraverso la lente del passato». Così, seguendo il nuovo e sinuoso percorso espositivo che ha reso il museo più moderno, inclusivo ed equilibrato nel rapporto con l’architettura, è stato inaugurato il Museo Civico Archeologico di Remedello. Il MuArc ieri ha svelato il suo nuovo volto.

I lavori sono partiti dal 2019: è stato rinnovato il percorso espositivo, restaurati gli affreschi e l’esterno della Chiesa dei Disciplini, casa del museo, nota come la «Sistina della Bassa». Alla cerimonia, allietata dalla banda e accompagnata dalle associazioni, hanno presenziato il sindaco Simone Ferrari, la cui giunta ha condotto i poderosi lavori dialogando con la Soprintendenza, la direttrice del Museo Chiara Panelli, l’architetto Giorgio Palù, che ha progettato il nuovo arredo, Ruggero Ceriali dell’Omr spa, azienda del paese che, tramite l’art bonus, ha contribuito alla realizzazione dei lavori, sostenuti anche da contributi regionali e risorse proprie del Comune, il consigliere regionale Francesca Ceruti, l’assessore regionale Stefano Bruno Galli e le autorità religiose.

Tra i tanti c’era anche il cavaliere Emilio Cernuzzi, ossia  l’«angelo custode» che per una vita ha curato il Museo, mettendosi a servizio della comunità: l’Amministrazione gli ha consegnato una targa, ringraziandolo dell’impegno. «La comunità, nell’anno di Brescia Bergamo Capitale della cultura, ritrova un suo bene importantissimo; ciò grazie alla collaborazione tra pubblico e privato, decisiva sul fronte finanziario» ha detto il sindaco.

Il percorso

Il taglio del nastro - © www.giornaledibrescia.it
Il taglio del nastro - © www.giornaledibrescia.it

L’esposizione va dal Neolitico all’Epoca romana e mette al centro una delle sepolture dell’Età del rame (l’unica conservata in paese) che ha reso Remedello famoso nel mondo. Ad accompagnare i visitatori fra i reperti, conservati nelle nuove teche, provenienti anche dai paesi limitrofi, ci sono i pannelli in italiano e inglese, muniti di Qr-code che rimanda al sito del MuArc con spiegazioni ancora più approfondite. A rendere più leggibili i reperti, poi, ci pensano anche alcune riproduzioni che mostrano come i reperti stessi dovevano apparire; alcune di queste riproduzioni si possono pure toccare.

Come guide d’eccezione, in sottofondo, ci sono due voci che provengono da un totem che trasmette due video: due attori interpretano Gaetano Chierici del Museo di Reggio Emilia che coordinò gli scavi della Necropoli di Remedello Sotto e il pittore che, alla fine del Cinquecento, ha affrescato le pareti della Chiesa dei Disciplini. Anche gli affreschi, infatti, sono protagonisti del percorso espositivo, grazie a una progettazione che ha avuto fra gli obiettivi l’equilibrio fra l’arte moderna e l’archeologia. Informazioni e orari di apertura su www.muarc.it.

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