Bassa

Appuntamento via social per la rissa: 16 giovanissimi denunciati

I contendenti tutti di età compresa fra i 17 e i 21 anni. Al centro la gelosia per due coetanee. Arruolati anche «picchiatori mercenari»
Studenti alla stazione di Robecco-Pontevico (archivio) - Foto © www.giornaledibrescia.it
Studenti alla stazione di Robecco-Pontevico (archivio) - Foto © www.giornaledibrescia.it
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I carabinieri hanno denunciato alla Procura della Repubblica di Cremona e al Tribunale per i Minorenni di Brescia 16 ragazzini, di età compresa fra i 17 e i 21 anni, per rissa aggravata: secondo le indagini, si sarebbero affrontati lungo i binari della stazione ferroviaria di Robecco d'Oglio, in provincia di Cremona, per gelosia. 

Due i gruppi coinvolti in quello che per gli inquirenti ha i connotati di un vero e proprio regolamento di conti: uno formato da residenti a Cremona, l'altro da ragazzi di Robecco d'Oglio e Pontevico. «I motivi che hanno scatenato la rissa sono riconducibili a gelosie nei confronti di due loro coetanee, maturate nell'ambito di alcuni istituti di scuola secondaria
superiore di Cremona frequentati dai componenti di entrambi i gruppi. Le ragazze, nel corso dell'anno scolastico, avevano stretto amicizia con alcuni compagni di classe appartenenti al gruppo cremonese e ciò aveva infastidito il gruppo dei ragazzi di Robecco d'Oglio-Pontevico» riferiscono i militari che hanno indagato.

Rancori via via esplosi, sino al confronto lungo la linea ferroviaria: i giovani, comprese le ragazze, si sono dati appuntamento su Facebook, Instagram e WhatsApp e si sono incontrati in stazione per pestarsi. Dopo aver arruolato anche alcuni «picchiatori mercenari», coetanei ingaggiati dal gruppo dei cremonesi perché particolarmente violenti e pagati con una piccola somma di denaro.

Così la stazione ferroviaria è diventata teatro di una sfida nel corso della quale i ragazzi si sono affrontati appena scesi dal treno, incuranti del mezzo in movimento per la ripartenza. Nessuno dei giovani ha comunque riportato lesioni gravi.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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