Ancora udienza rinviata per il caso Wte, protesta fuori dal tribunale
Nuovo rinvio nel caso della Wte Srl, l’azienda con sede a Calcinato, Quinzano e Calvisano finita nella bufera con l’accusa di aver sversato nei terreni agricoli di 78 Comuni nelle provincie di Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna 150mila tonnellate di fanghi contaminati da metalli pesanti, idrocarburi ed altre sostanze inquinanti. Il gup Cesare Bonamartini questa mattina ha rinviato al 29 novembre l’udienza preliminare per possibile inammissibilità, in quanto sarebbe già stato parte in un procedimento relativo ad un sequestro, nell’ambito della stessa indagine. Sarà il presidente dell’ufficio del gip a decidere e la riserva sarà sciolta nella prossima udienza a fine mese.
Questa mattina la camera di consiglio si è aperta con l’appello al quale hanno risposto tutte le parti civili interessate e costituitesi in questi anni (stamattina anche il Comune di Cremona) tranne il ministero dell’Ambiente, pur interpellato. «È una vergogna che lo Stato lasci soli i cittadini in questa battaglia - ha sbottato Imma Lascialfari, presidente di Futuro ambiente Lombardia -. È da mesi che scriviamo al ministro Pichetto Fratin ma senza ottenere alcuna risposta. Speriamo si costituisca parte civile nella prossima udienza». Fuori dal tribunale una rappresentanza di cittadini dei comitati ambientalisti ha manifestato e chiesto «giustizia per quanto subito in questi anni».Intanto il procedimento non decolla e si fa sempre più vicina la prescrizione per alcuni reati, contestati tra il 2018 e il 2019. Già il prossimo anno questo processo potrebbe chiudersi senza mai essere cominciato.
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