Bassa

Alberto sfida il diabete e sale fino a 5.642 metri

Il 28enne ha conquistato la vetta del monte Elbrus, il più alto del Caucaso
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Arrivare su una delle cime più alte presenti nei continenti, a 5.642 metri, è un’impresa avvincente. E la sfida diventa maggiore quando si ha il diabete. Protagonista di questa storia Alberto Zanolini, 28 anni, di Verolanuova che con altre persone affette da diabete tipo-1, ossia insulino-dipendente, lo scorso 29 luglio ha raggiunto la vetta dell’Elbrus, cima situata nella catena del Caucaso, in territorio russo, salendo dal versante sud.

L’impresa è stata messa in atto dal gruppo Diabete e alta montagna (Dam). L’iniziativa è stata organizzata dal Comet (www.cometonlus.org), un comitato educazione terapeutica per diabetici con sede a Roma, le cui attività si occupano dello sviluppo e valutazione di programmi e strumenti educativi messi a punto per agevolare l’indipendenza del paziente affetto da malattia cronica.

Alberto vive a Verolanuova e nel 2000, quando aveva 10 anni, ha scoperto di essere affetto da diabete di tipo 1. Dal giorno della diagnosi la vita di Zanolini è di certo cambiata, ma questo non gli ha impedito di trovare lavoro come impiegato per una ditta che gestisce energia elettrica, di diventare volontario al Gruppo Verolese Volontari del Soccorso e di coltivare la passione per l’alpinismo e il trekking. E infatti Alberto non è alla sua prima scalata, perché già nel 2012, sempre con una spedizione organizzata dal gruppo diabetici, era stato in Tibet, a Shisha Pangma, per un trekking.

«Ognuna delle spedizioni fatte - racconta Alberto - è per noi diabetici un mettersi in gioco e alla prova per riuscire a gestire al meglio la nostra patologia in condizioni di stress. Inoltre con queste esperienze si vogliono sensibilizzare sia le persone sane, sia quelle affette da patologie croniche come la mia, per dimostrare loro che con una buona conoscenza di se stessi e della propria malattia, si possono affrontare anche esperienze di vita ben diverse dalla routine quotidiana. Certo ci si affatica, a volte mangiamo cibi del tutto inusuali per noi e non sempre è facile affrontare gli imprevisti della scalata e il freddo, ma quando si arriva lassù, ecco l’emozione nel cuore per la meta raggiunta è indescrivibile». Alla scalata sull’Elbrus in Caucaso, dal 21 al 29 luglio, ha partecipato un gruppo di 18 persone, con un’età compresa fra i 28 e i 75 anni provenienti da varie zone d’Italia: Lombardia, Veneto, Lazio, Abruzzo, Piemonte, Val d’Aosta, Trentino Alto Adige, e conviventi con il diabete.

Oltre ai dodici alpinisti c’erano sei accompagnatori fra i quali un diabetologo, una guida e un’odontoiatra.

 

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