Agguato a Montichiari, lo zio ha armato il 13enne
«Mi sento di dire che sono situazioni figlie di problemi che nascono in famiglia e, in questo caso, già seguite dai nostri servizi sociali. Fa male che un maggiorenne non si prenda le proprie responsabilità e si affidi ad un ragazzino di 13 anni»: così Marco Togni, sindaco di Montichiari sul dramma che si è consumato nel suo pease.
Una ragazza contesa, un ragazzino di appena 13 anni che armato dallo zio spara al rivale in amore del parente. La vittima che finisce in condizioni gravi in ospedale, il minorenne affidato ai servizi sociali e lo zio in carcere. Sono gli elementi della storia che arriva da Montichiari ricostruita dagli inquirenti nel fine settimana di Pasqua. Ne è emersa una verità inquietante.
È accaduto tutto venerdì sera nella frazione Chiarini del paese bresciano. Attorno alle 20.30 viene lanciato l'allarme per un 31enne a terra, ferito in strada da un colpo di pistola che lo ha raggiunto ad una spalla. L'uomo viene trasportato in ospedale, non in pericolo di vita, mentre i carabinieri iniziano a capire quanto accaduto. La notte stessa viene sequestrata dagli uomini dell'Arma una pistola a tamburo calibro 22 con matricola abrasa. Per il pm Alessio Bernardi è la pistola che ha sparato. Le indagini si concentrano su una famiglia italiana del paese. E dopo un giorno di interrogatori incrociati, viene cristallizzato il caso.
Ad esplodere il colpo di pistola in direzione della vittima è stato un ragazzino di appena 13 anni, compiuti da poco. Ma non ha fatto tutto da solo e nemmeno è stata una sua iniziativa. Secondo chi indaga la pistola gliel'ha messa in mano lo zio, poco meno che trentenne, che aveva un conto in sospeso con la vittima. Lui e il 31enne ferito infatti si contendevano la stessa ragazza. Il minore, convinto dallo zio che lo ha incitato ad ascoltare il suo folle consiglio, pare che abbia sparato senza nemmeno pensare a dove sarebbe potuto finire il proiettile. Dopo l'agguato zio e nipote sono fuggiti, ma è stato proprio il ferito a fornire le prime indicazioni utili agli inquirenti. Il resto lo hanno fatto le immagini registrate dalle telecamere di sicurezza installate in strada. Il magistrato di turno ha disposto il fermo nei confronti del 27enne Antonio Di Sanzo che, risulta senza precedenti, e che è stato portato in carcere in attesa di convalida.
«Devo ancora incontrarlo e attendo novità» ha detto il suo legale. Il 13enne è stato invece tolto alla famiglia dalla Procura minorile di Brescia e affidato ai servizi sociali all'interno di una comunità.
«Non è una situazione normale per Montichiari e non voglio sentire dire che è un caso dettato dal lockdown e dal momento che tutti stiamo vivendo» commenta il sindaco di Montichiari Marco Togni.
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