Addio a Maria Miceli, una vita trascorsa nella bellezza
«Artista polivalente», l’aveva definita qualcuno, e Maria Miceli era davvero sfaccettata. Nata a Milano - ma vissuta a Manerbio con il padre beneventano e la madre siciliana — non era solo una ballerina classica e contemporanea: la trentacinquenne era una coreografa, una direttrice artistica, una modella, ma anche un’appassionata studiosa con alle spalle una laurea in lettere antiche, una in archeologia e una passione per le culture mediorientali.
Maria Miceli si è spenta nei giorni scorsi in seguito a una malattia e i funerali si terranno sabato 13 maggio alle 15 nella chiesa Parrocchiale di Manerbio. La notizia si è rincorsa prima tra gli amici e poi sulle pagine social, riempiendo Facebook di ricordi, lacrime e sgomento.
L’ultimo suo post, un reel pubblicato su Instagram e Facebook, recita una frase del poeta persiano Rumi («L’amore è il ponte fra te e il tutto») e raccoglie diverse risposte a domande che fan e amici le avevano rivolto online. Quello precedente mostrava in video alcuni degli ultimi lavori, tra cui una foto delle sue punte da ballerina per una pubblicità pubblicata su Casa Vogue.
Dal 2013 Maria Miceli lavorava intensamente. La si era vista nei corpi di ballo Rai, Mediaset, ma anche Sky, e poi in qualche pubblicità sulle tv nazionali, oltre che in diversi video musicali (come «Grande amore» de Il Volo) e in alcuni famosissimi programmi (tra cui «Camera Café»). Il suo lavoro aveva anche scavalcato i confini per farsi sempre più internazionale, esibendosi sui palchi di tutto il mondo. Recentemente aveva provato in anteprima mondiale, collaudandolo, un nuovo casco avveniristico, con integratore binoculare multisensore per una nuova fruizione dello spettacolo dal vivo, per godere delle esibizioni in diretta e in maniera immersiva, ma senza spostarsi da casa.
«Un sesto senso tecnologico che rende tutto più vivo», l’aveva definito. «Il Covid sta cambiando il mondo e le persone vogliono fruire in sicurezza gli spettacoli. La soluzione è sentire la vicinanza con gli spettacoli, anche senza contatto fisico».
La tecnologia non era però l’unica sua mission, negli ultimi anni. Anche gli aspetti sociali della professione artistica le stavano molto a cuore. «Con i miei spettacoli mi sto impegnando soprattutto sul fronte della sensibilizzazione verso il rapporto con la natura e il rispetto di ciò che abbiamo intorno, così come su quello del supporto integrato del malato oncologico. Ma ho un obiettivo più grande: far sì che chiunque assista a un mio spettacolo torni a casa con una grande magia dentro. Sono le emozioni le protagoniste di ciò che porto in scena».
Maria Miceli lascia la madre Annarita e il padre Raffaele, oltre a cinque fratelli (Teresa, Alelign, Maddalena, Selam e Andualem). La camera ardente è allestita in via Palestro 26 a Manerbio. Da lì sabato partirà il corteo funebre in automobile verso la Parrocchiale.
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