Addio a Franco Ferrari, con tenacia dai campi al Parlamento Europeo
Franco Ferrari se n’è andato via dalla nostra terra, ieri mattina, sempre vicino la moglie Giusy, i figli Silvestro, Filippo e Francesca, nella casa-cascina appena fuori Mairano. Aveva 75 anni, malato da tempo, ha resistito fino all’ultimo per un particolare vigore fisico e una tensione morale per la famiglia e per la sua terra di campagna. Infine ha lasciato che il corpo lo abbandonasse dopo una lunga battaglia di anni, tra rialzi e ricadute secondo una resistenza che dice tanto del suo amore per la terra e gli affetti più cari.
Affetto
In attesa dei funerali, che saranno celebrati giovedì alle 10 nella chiesa parrocchiale di Mairano, la fila degli amici e dei conoscenti, la visita del paese e dei paesi, della città è sterminata. Franco Ferrari ha vissuto una vita di impegno politico e sindacale di grande rilevanza, apprezzato per la semplicità diretta e la competenza nei suoi atti quotidiani. Franco Ferrari, lo raccontava lui stesso nell’ultima intervista nella sua casa-cascina, ha testimoniato simpatia e saper fare nelle aule del Parlamento italiano, del Parlamento Europeo, della Regione, distinguendosi come leader energico e sapiente della Coldiretti.
A Franco Ferrari erano tutti affezionati e lui contraccambiava con un passo di umore confidenziale e all’occasione severo, fedele agli ideali della Democrazia Cristiana, la dottrina sociale cristiana, noncurante degli avverbi e invece solido nella conoscenza della campagna e dei diritti e doveri dei coltivatori. Dopo la famiglia venne la Coldiretti, una famiglia particolare in cui la partita era concreta, non dispiegata sui discorsi ma sui fatti, non sulle promesse, ma sulle conquiste di patti e di contratti.
Passione
Accanto ha sempre avuto la moglie Giusy, affettuosa e ospitale, con cui ha goduto del bene di tre figli, Filippo impegnato con coscienza e rispetto in Provincia, Silvestro imprenditore agricolo e Francesca laureanda in architettura. Il suo amico Angelo Frusca, che quotidianamente ci ha tenuti aggiornati sul suo stato di salute, non dettava il bollettino medico, dettava i passi di Franco Ferrari verso l’altra riva: «Ci stringe la mano forte, raccomanda, la moglie instancabile gli è sempre accanto, i figli sono pure sempre lì. Oggi ha preso un poco di respiro in più». È la rappresentazione reale di un addio difficilmente rintracciabile. L’addio a un uomo umile, partito dal niente, che ha conquistato con una volontà assoluta traguardi pubblici eccellenti.
Una vita certo esemplare da moltissimi punti di vista, per la passione che metteva in tutto ciò faceva e per la tenacia con la quale perseguiva i suoi progetti fino ad arrivare a raggiungere gli obiettivi. Infine è tornato alla sua casa-cascina, riportando alla mente Cincinnato riverso ai suoi orti dopo le battaglie vinte. Nell’ultima visita, stava meglio ed era già a rinfrescare gli orti, a alimentare galline e a raccogliere sei uova fresche, «sono le migliori del mondo, me lo saprete dire».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato