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Picchi, la fabbrica in un unico transfer

Un condensato di tecnologia e innovazione nella rivoluzionaria macchina realizzata dall'azienda di Lumezzane. Il Gruppo Bugatti chiude il 2009 con ricavi consolidati in calo del 42%, ma un utile di 700mila euro. Bene il 2010.
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LUMEZZANE
«Vieni che ti faccio vedere il nuovo capannone». Ma la fabbrica in questione non ha tetti e nemmeno finestre. E soprattutto ha dimensioni lillipuziane: solo 8 metri per 6,5. Non è uno scherzo. È quello che istintivamente potrebbero dire i titolari della Metal Tecnology di Cogozzo di Villa Carcina. L'azienda ha commissionato alla Picchi di Lumezzane un mastodontico transfer. Una macchina estremamente flessibile e dalle caratteristiche uniche: 72 assi controllati, 10 centri di lavoro a 4 e a 5 assi; 110 motori installati; 20 chilometri di fili elettrici; un basamento di 47 tonnellate; e soprattutto una potenza installata di 550 chilowatt, quanto basterebbe per illuminare più di 200 appartamenti. Insomma una vera e propria fabbrica in miniatura. Alla Picchi c'è voluto quasi un anno di lavoro per realizzare questo «fiore all'occhiello» dal punto di vista dell'innovazione e della tecnologia «multimandrino». Ma il risultato è sotto gli occhi di tutti.
La Picchi srl di Lumezzane - società specializzata nella produzione di transfer e centri di lavoro per la lavorazione dei metalli - venne fondata nel 1958 dall'omonima famiglia, dal 1992 appartiene al gruppo Bugatti. È la più piccola, per fatturato, tra i produttori bresciani di transfer, ma il marchio è conosciuto ed apprezzato nel mondo. Il 2009 è stato difficile come per tutte le imprese del settore. Il bilancio si è chiuso con il fatturato in calo: da 7,8 milioni a 4,6 milioni di euro, mentre il risultato di esercizio è stato negativo per 15mila euro (nel 2008 era stato positivo per 77mila euro).
Le quattro colonne del gruppo
Innovare e guardare al futuro. Picchi è un esempio della filosofia che da sempre contraddistingue i Bugatti di Lumezzane. La holding del gruppo «La San Marco di Francesco Bugatti & C. sapa» (società in accomandita per azioni costituita da cinque accomandatari, i fratelli Francesco, Roberto, Virgilio, Damiano e Ottorino) controlla al 100% quattro distinte società in settori completamente diversi: accanto alla Picchi ci sono la Aignep spa che produce e commercializza valvole e raccordi per aria compressa; la Ilcar di Bugatti srl, marchio del settore dei casalinghi; la Landa Illuminotecnica spa che produce lampade e corpi illuminanti per esterni.
Nell'esercizio 2009 il fatturato consolidato del gruppo ha mostrato un calo del 42%, toccando i 36,3 milioni di euro rispetto ai 51,9 milioni del 2008. «È stato un anno difficile - spiega Clemente Bugatti, uno dei 10 nipoti di quarta generazione oggi in azienda -. Ma il mercato si sta assestando, e nel 2010 tutte le aziende del gruppo stanno recuperando buona parte del calo dei ricavi. Siamo molto ottimisti». Nonostante la pesante caduta delle vendite il risultato economico consolidato risulta positivo, con un utile ante imposte superiore ai 2 milioni di euro, dopo accantonamento a fondi rischi per 1,8 milioni. L'utile netto consolidato è così vicino ai 700mila euro (era superiore a 1,7 milioni nel 2008).
Aignep fa rotta sull'Asia
La quota di fatturato esportata dal gruppo ha superato nel 2009 il 30%, ed è in costante crescita. Grazie soprattutto agli investimenti di internazionalizzazione realizzati in questi anni dalla Aignep spa di Bione, società specializzata nella produzione di valvole e raccordi per aria compressa. L'azienda possiede tre divisioni estere (l'americana Alpha Tecnologies con sede nel Tennessee; la Aignep Iberica di Barcellona; e l'ultima nata, Aignep India con sede a Mombay, una commerciale nata nel 2007 in partnership con un socio indiano), ma il gruppo sta valutando la creazione di una quarta filiale in Asia. Il fatturato nel 2009 è stato di 19,9 milioni in calo del 38% sul 2008, mentre l'utile netto è stato di 838mila euro, quasi dimezzato rispetto all'1,5 milioni del 2008. Lo scorso maggio è entrato in funzione il nuovo capannone da 14mila metri quadrati, un investimenti di 10 milioni di euro che ha consentito alla Aignep di potenziare la produzione e velocizzare le consegne attraverso una magazzino automatizzato.
Bugatti, icona del made in Italy
Ilcar di Bugatti srl nel 2009 ha subìto un calo tutto sommato molto contenuto (-13%). È il risultato del grande lavoro fatto in questi anni al fine di trasformare il brand Bugatti in una icona del made in Italy. L'obiettivo è in parte riuscito. Lo dimostrano le vendite dei primi mesi del 2010 che si sono riallineate ai dati del 2008. Insomma gli investimenti in nuove referenze ed soprattutto il lavoro di marketing per far si che i prodotti vengano percepiti dai consumatori come unici sta dando i suoi frutti. Il fatturato nel 2009 è stato di 6,5 milioni (era di 7,5 milioni), mentre il risultato è stato negativo per 414mila euro.
Quarta «colonna» del gruppo è Lamda Illuminotecnica spa, che produce lampade e copri illuminanti per esterni. La società - che sta attraversando una fase di ristrutturazione per quanto riguarda il rinnovo delle referenze - ha chiuso il 2009 con un fatturato di 3,7 milioni in calo del 24% sul 2008 ed un risultato di periodo positivo per 11mila euro.

Roberto Ragazzi
r.ragazzi@giornaledibrescia.it

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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