Archivio

Morandini «forgiatore» di utili: 18,5 milioni

Cividate Camuno. Si cresce, si insiste, si progetta, si investe in una parola.
AA

CIVIDATE CAMUNO.
Si cresce, si insiste, si progetta, si investe in una parola. Il futuro, visto da queste parti, non sembra poi così scuro. Non che manchino apprensioni, che non si faccia andare il cervello per capire dove va il mercato - insomma -, è un conto tribolare avendo alle spalle il miglior quinquennio dacchè è stata scoperta la forgiatura - ovvero da quando c'è l'uomo - e un conto è darsi da fare lottando giorno per giorno e cliente per cliente sul centesimo oppure tribolare con la banca perchè ti allarghi il fido, e un altro conto è vedere il mondo con qualche affanno in meno perchè la nicchia è stata individuata ed ora è ben presidiata; perchè si ha la cognizione che quanto si poteva fare (leggasi: investire) è stato fatto e lo si sta facendo; e perchè la solidità patrimoniale consente di trattare con la banca col coltello dalla parte giusta.
Le forge «isole» felici
Il quadro che emerge dai primi bilanci delle forgiature bresciane è un po' questo: in qualche caso il bilancio 2009 è meno positivo di quello dell'anno prima, in qualche altro caso no; in tutti, par di capire, c'è la considerazione che il vero banco di prova sarà questo 2010. Ma - e ci si ripete - è un quadro di straordinaria serenità quel che emerge, soprattutto se raffrontato alla media dei conti delle altre aziende industriali, ed addirittura quasi beffardo se lo si confronta con i conti 2009 (e le prospettive 2010) dei «cugini» siderurgici, quelli del tondo, che hanno gli impianti che girano esattamente la metà (quando va bene) di due anni fa.
Per Morandini risultato record
Come accennato, questo è il quadro complessivo entro cui si muovono suppergiù le forge bresciane, un settore nel quale Brescia è leader e che in questi ultimi anni ha conosciuto momenti eccezionali. E in qualche modo eccezionale è il bilancio 2009 della Forgiatura Morandini; eccezionale quanto a risultato finale - l'utile netto è di 18,5 milioni di euro - che rappresenta un record nella storia aziendale pur in presenza di un calo del fatturato che da 146,1 milioni di euro scende a 123,7 milioni di euro, per poco meno della metà conseguito sul mercato estero.
Il quadro della Morandini si completa, per capire della capacità di generare reddito di un'azienda di questo tipo, con ammortamenti per 6,6 milioni e con tasse versate al Fisco per 7,5 milioni di euro. L'apporto più consistente al formidabile andamento del conto economico è venuto dal crollo delle materie prime: che inevitabilmente ha un qualche riflesso sul fatturato, ma che qui va direttamente a beneficiare la prima parte del conto economico stesso: con vendite che calano per poco più di 20 milioni di euro, le materie prime passano dai 100 milioni del 2008 ai 42 milioni dello scorso anno. Il margine operativo lordo (la differenza, quindi, fra il valore e i costi della produzione) è quindi positivo per quasi 27 milioni (12 e mezzo nel precedente esercizio) dai quali vanno detratti 700mila euro del saldo finanziario per arrivare ai 26 e rotti milioni di utile lordo. Il risultato netto finale va tutto alle riserve e quindi a rafforzare un patrimonio netto che supera i 56 milioni di euro.
Là, dove c'era il filo ora c'è...
C'è un elemento comune alle aziende forgiatrici: è che sono «divoratrici» di investimenti. Le cifre che vengono accantonate ogni anno agli investimenti ne sono la dimostrazione. Quassù, a Cividate e più in generale in Valle, c'è un elemento aggiuntivo, una sorta di storia nella storia che ricordiamo anche qui accanto. Ed è che le forge stanno prendendo gli spazi dell'industria tessile. È il caso delle filature della Legnano Tinti, ed è il caso della Franzoni Filati di Esine che ha ceduto una porzione di capannone ormai dismesso. «Nel 2009 - annota il presidente Alessandro Morandini - si è proceduto a demolire una porzione di 7.100 metri quadri del fabbricato.
Un nuovo capannone
Sull'area liberata ed una adiacente è in fase di realizzazione un nuovo immobile industriale da 9mila metri quadri dove verranno installati nuovi impianti produttivi per aumentare la gamma di prodotti da offrire alla nostra clientela». Occhio e croce qui si annuncia un investimento di una ventina di milioni. È il prezzo da pagare per continuare ad essere protagonisti sul mercato. Quanto alle prospettive 2010, Morandini è «asciutto»: si cercheranno nuove opportunità di mercato «con particolare riferimento ai Paesi emergenti». Un tema, quest'ultimo, ricorrente fra i forgiatori che hanno nella Cina, nell'India, nel Brasile i mercati più importanti o promettenti. Nel Cda, con il presidente Alessandro, siedono gli altri Morandini della famiglia: Alda, Liliana e Maurizio.

Gianni Bonfadini
g.bonfadini@giornaledibrescia.it

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato